Era a rischio flop l’incontro del 12 settembre nell’ambito del Dialogo Strategico sull’auto: e in effetti, il vertice ha prodotto quasi solo dichiarazioni d’intenti, principalmente sulla E-Car. Lo sottolinea Federauto, la Federazione italiana delle concessionarie, per cui non ci sono vere novità in merito alla richiesta indirizzata dalle Case a Bruxelles su una maggiore flessibilità e su un approccio tecnologicamente neutrale verso la transizione. Alla fine, sottolinea il presidente Massimo Artusi, “la Commissione ha assicurato che sosterrà la creazione di un segmento di piccole vetture europee, mentre i costruttori invocano infrastrutture di ricarica e incentivi per l’acquisto”.
Concessionari esclusi. La seconda nota polemica di Federauto deriva dal fatto che proprio le concessionarie, “più a contatto di tutti coi cittadini e segmento della filiera indispensabile a far funzionare il sistema, non vengono coinvolte nelle consultazioni dai decisori”.
Qualcosa si muove. Da parte sua Matteo Cimenti, presidente di Assogasliquidi-Federchimica (rappresenta la filiera dei gas liquefatti Gpl e Gnl), parla di passo avanti, auspicando però “misure rapide, concrete, ben definite che consentano di superare il bando del motore endotermico, rivedere i target fissati”. L’associazione punta al “pieno riconoscimento dei biocarburanti liquidi e gassosi e di tutte le soluzioni rinnovabili conformi alla direttiva Red, tra i quali rientrano a pieno titolo bioGpl ed il bioGnl”. Prodotti sui quali l’industria italiana è leader in Europa rispetto alla rete distributiva e infrastrutturale, come da tempo sottolinea anche il governo Meloni. Per ora, non molto ascoltato dalle parti di Bruxelles.
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