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Auto "circolari", l'Europa dice sì

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Bisogna fare di più. Molto presto, per l’intero settore automotive, l’economia circolare non sarà più una questione di obiettivi di recupero, ma un approccio sistemico. A settembre, il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Regolamento sui veicoli a fine vita (Elv), un provvedimento che rivoluzionerà il settore. «Al momento la direttiva 2000/53 stabilisce che l’85% del peso di un veicolo a fine vita debba essere riciclato, arrivando al 95% di recupero complessivo», spiega Marco Ferracin di Safe, l'hub italiano delle economie circolari. «Il Regolamento stabilisce però che almeno il 30% della plastica contenuta in quei veicoli debba essere riciclata», continua Ferracin.

Significa che quella plastica non potrà più finire nel termovalorizzatore (che la brucia per generare energia) e che le filiere del recupero dovranno quindi attrezzarsi per trattarla e reimmetterla nel ciclo industriale. E anche qui l’automotive sarà protagonista: la principale domanda commerciale per la plastica riciclata arriverà dai costruttori, che saranno obbligati a utilizzarla nei veicoli: «Le nuove disposizioni li obbligano a usare almeno il 20% di plastica riciclata entro sei anni dall'entrata in vigore del Regolamento (sulla cui data ancora non v'è certezza), che potrebbe diventare il 25% entro i prossimi dieci anni», sottolinea l'esperto.

La svolta circolare richiede quindi cambiamenti radicali. «Le Case dovranno progettare i veicoli in modo da favorire la riparazione, il riutilizzo e il riciclaggio: ciò comporterà assestamenti nella scelta dei materiali e nella progettazione delle parti, in modo da renderle facilmente rimovibili», spiega Ferracin. Saranno quindi tenute ad adottare strategie basate sulla circolarità e aumentare il livello di codificazione, etichettatura e tracciabilità delle componenti, così da rendere più snelli i vari passaggi. Ogni veicolo poi avrà un passaporto digitale di circolarità con informazioni complete e aggiornate su come rimuovere e sostituire in sicurezza le parti e le componenti. I recuperatori, dal canto loro, dovranno adottare processi di trattamento specifici che favoriscano il massimo riciclaggio. Ora il Regolamento passerà di nuovo al Consiglio UE, che potrà adottarlo o respingerlo. «Esistono però buone probabilità che il testo venga approvato così com’è», conclude Ferracin.

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