La Spagna continua a rappresentare un’eccezione in un’Europa che, sulla strada dell’autonomia tecnologica nella costruzione di batterie, ha collezionato diverse occasioni perse. Come per molti altri aspetti della produzione di auto e componenti, il Paese iberico mette in campo capacità di attrarre investimenti con costi del lavoro e dell’energia particolarmente competitivi. E questo consolidamento come nucleo di competenze e di cultura automobilistica, trasversale rispetto ai gruppi dell’auto, si conferma con la profonda trasformazione dello stabilimento Seat-Cupra di Martorell. Un’operazione finalizzata alla produzione non solo di una parte cospicua della Electric Urban Car Family, la nuova famiglia di vetture compatte del gruppo Volkswagen, ma anche delle relative batterie.
Sulla base della Meb+
Come più volte annunciato, dal 2026, accanto ad altri modelli termici e ibridi di più marchi del gruppo, dall’impianto di Martorell usciranno la Cupra Raval e la Volkswagen ID. Polo. Realizzate sull’altrettanto inedita piattaforma elettrica Meb+ a motore e trazione anteriore, al pari delle omologhe Skoda Epiq e Volkswagen ID. Cross (che saranno costruite nell’impianto VW di Pamplona), potranno essere equipaggiate con accumulatori al litio-ferro-fosfato (LFP) da 37 kWh o al nichel-manganese cobalto (NMC) da 52 kWh. La scelta di una chimica dedicata al tipo di vettura o alla versione è sempre più frequente man mano che l’elettrificazione si diffonde nei segmenti più compatti; una scelta che aggiunge complessità ma che, in questo caso, è stata gestita attribuendo alla fabbrica di Martorell una propria specificità nel sistema logistico-industriale degli accumulatori prodotti in proprio dal gruppo VW.
Non più solo termiche
Lo stabilimento catalano si avvia a consolidare la sua terza posizione per volumi fra tutti quelli dell’intero gruppo in Europa: nel 2024 ha raggiunto le 481 mila unità, un risultato che Seat-Cupra pensa di replicare a fine 2025. L’investimento di 3 miliardi per l’allargamento della capacità alle vetture elettriche, finanziato anche grazie al piano NextGenerationEU attraverso il programma europeo di ripresa e resilienza, ha reso possibile fra l’altro la realizzazione di un polo da 75.000 metri quadri per il reparto carrozzeria. Le linee di montaggio dei veicoli ricevono le batterie attraverso un ponte di 600 metri che parte dalla struttura di 64.000 metri quadrati dove gli accumulatori vengono effettivamente assemblati, a partire da celle provenienti dagli impianti di Valencia e Salzgitter di PowerCo, società sempre di proprietà del gruppo tedesco (il sistema industriale-logistico è abbastanza flessibile da essere aperto a fornitori e provenienze diversi). Il procedimento di assemblaggio è basato sulla cosiddetta cella unificata a cella prismatica e punta a garantire maggiore densità di energia a parità di ingombri, aspetto particolarmente apprezzato nella progettazione di vetture che, come quelle costruite a Mrtorell, superano di poco i quattro metri di lunghezza. La metodologia, altrimenti detta cell-to-pack, si può applicare sia a batterie NMC sia LFP sia, in prospettiva, a qualsiasi altra chimica, dal sodio al litio allo stato solido.
Metà elettriche, metà termiche
La struttura di assemblaggio degli accumulatori, da sola, ha rappresentato un investimento di 300.000 euro, ha richiesto due anni di lavoro e ha un obiettivo di capacità di un pacco batteria ogni 45 secondi, 1.200 al giorno, 300.000 all’anno. Un numero, quest’ultimo, equivalente al target annuo di produzione di auto elettriche, che dovrebbe a sua volta rappresentare, a regime, esattamente la metà dei volumi totali dei diversi modelli prodotti a Martorell. Per Cupra, in particolare, l’avvio della produzione segna anche l’ampliamento della gamma di vetture Bev a segmenti di prezzo più popolari: la versione base della Raval, con motore da 155 kW (211 CV) e 450 km di autonomia dichiarata, partirebbe da 26.000 euro.
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it