Dalle sei di domani, giovedì 15 marzo, la produzione nello stabilimento Fiat di Melfi subirà un blocco a causa dello sciopero delle bisarche che va avanti ormai da quattro settimane. La produzione nell'impianto lucano dovrebbe riprendere venerdì mattina. La Fismic conferma la gravità della situazione, anche perché le vetture prodotte a Melfi vengono distribuite per la maggior parte su gomma e solo una minima quota viaggia in treno.
Strade bloccate. Da molti giorni lungo le strade che portano allo stabilimento sono ferme le bisarche guidate da aderenti a Trasportounito che protestano contro le liberalizzazioni decise dal Governo e la riduzione delle tariffe. L'agitazione va avanti da un mese e la decisione della Fiat è solo la prima di altre che potrebbero susseguirsi, con la conseguente perdita di 1.200 posti di lavoro, se non si troverà una soluzione.
Le richieste del sindacato. Secondo Trasportounito-Fiap "dalla recente assemblea di categoria svoltasi a Cassino - si legge in una nota - sono emerse con un'evidenza che rende doppiamente sconcertante il disinteresse delle istituzioni, le distorsioni di mercato attuate dalla committenza (operatori logistici e primi vettori) che speculano sul settore: a titolo di esempio a chi acquista un'auto ad Avellino (per esempio una Fiat 500) viene applicato un costo di trasporto per 530 euro mentre l'impresa di autotrasporto che effettivamente porta l'auto da Fiumicino ad Avellino riceve per quella vettura non più di 17 euro. Di qui l'impossibilità di far fronte ai costi di gestione delle imprese".
Silvio Campione
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