Proseguono le azioni di protesta degli operai dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, in provincia di Palermo. Quest'oggi i lavoratori hanno organizzato una manifestazione nei confronti del pool di banche che avrebbe rifiutato il credito alla Dr Motor, bloccando di fatto il processo di riconversione della fabbrica lasciata dal Lingotto a dicembre dell'anno scorso.
Il futuro in ostaggio. Dopo un'assemblea in piazza, davanti alla sede del Municipio, un corteo di tute blu ha attraversato le vie della città e si è diretto verso le sedi dell'Unicredi e della Banca Intesa San Paolo che sono state occupate. "Il sistema creditizio ha preso in ostaggio il nostro futuro - ha spiegato Vincenzo Comella della Uilm - e dicendo no a Dr Motor, violando gli accordi, dice no allo sviluppo industriale di Termini". La protesta segue quella della settimana scorsa, quando gli operai della fabbrica, avevano occupato l'Agenzia delle entrate di Termini e la sede della società di riscossione Serit.
Situazione intricata. Sono circa 2.200 gli operai attualmente in cassa integrazione (più oltre a 400 dell'indotto) le cui sorti lavorative sono legate alla riapertura dello stabilimento. Secondo il piano di riconversione avrebbero dovuto riprendere l'attività agli inizi del 2012. Ancora più drammatica è la situazione di 600 esodati che attendono con ansia una decisione del ministro Fornero. Intanto i sindacati continuano a sollecitare un intervento chiedono della Regione Siciliana e del ministero del Lavoro per risolvere una situazione che diventa sempre più intricata. R.Bar.
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