Non abbiamo mai dato peso, nel corso degli ultimi dieci anni, alle decine di fughe di notizie, indiscrezioni o semplici supposizioni che si sono succedute sul conto di una possibile sport utility della Ferrari. Per la prima volta, però, l'ipotesi, impronunciabile per molti, sembra avere un qualche fondamento: a riportarla in auge è Bloomberg, che cita fonti vicine ai piani di Sergio Marchionne, il cui obiettivo sarebbe quello di raddoppiare i profitti entro il 2022.
La necessità dell'ibrido. L'ultimo piano quinquennale messo a punto dal presidente (che in due recentissime occasioni, prima a marzo e poi a maggio, aveva smentito l'ipotesi Suv), punterebbe inoltre - secondo le indiscrezioni rese pubbliche oggi - a volumi superiori alle diecimila unità l'anno: una virata strategica rispetto alla visione attuale, che metterebbe la Ferrari nella necessità di rispettare limiti di emissioni più stringenti. E che determinerebbe così un secondo, conseguente, cambio di passo, consistente nella vasta (ma già ampiamente annunciata) ibridizzazione della gamma, a partire dal 2019.
Raddoppio dei profitti in cinque anni. Il piano, che dovrebbe essere presentato all'inizio del 2018, contempla, stando alle fonti, un raddoppio dei risultati operativi previsti per l'anno in corso, che la Ferrari punta a chiudere con un Ebitda rettificato di un miliardo di euro (valore superiore del 14% rispetto all'esercizio precedente). Non sono previsti, per il momento, commenti né annunci ufficiali per domani, quando il marchio presenterà l'ultima trimestrale di cassa.
Un possibile identikit. Entrando nello specifico, il presunto "utility vehicle" su cui la Ferrari avrebbe aperto il confronto interno sarebbe - secondo la testata americana - un modello con abitacolo a quattro posti, più spazioso della GTC4Lusso, e capace di attrarre soprattutto nuovi clienti cinesi. Contribuendo, secondo le stime, con un apporto di duemila unità l'anno ai volumi della Casa.
Verso quota 15 mila. La crossover, che potrebbe anche puntare su una carrozzeria con sole tre porte, non vedrebbe comunque la luce prima del 2021. E, nel caso in cui dovesse prendere corpo, sarebbe posizionata sul mercato non già come un'alternativa alle sempre più numerose Suv di prestigio (come la Lamborghini Urus), ma come prima esponente di una nuova nicchia di mercato. Incognite a parte, sono concordi sul suo potenziale gli analisti di Mediobanca, Ubs e Sanford Bernstein: con lo "utility vehicle" in pancia, la Ferrari potrà raggiungere un volume di 15 mila unità l'anno.
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