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Mercato Italia
Vendite auto in calo del 7,4%

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Il mercato italiano dell'auto continua a frenare dopo il boom di agosto e il tracollo di settembre, con le immatricolazioni di ottobre ferme a 146.655 unità e in calo del 7,42%. Le performance negative sono ancora una volta da addebitare all'effetto WLTP, lo standard di omologazione entrato in vigore il 1° settembre, che ha spinto gli automobilisti ad anticipare gli acquisti ad agosto per sfruttare le promozioni varate da concessionarie e case automobilistiche per smaltire gli stock di veicoli non adeguati alla nuova normativa. Le forti contrazioni di settembre e ottobre, legate anche al peggioramento della fiducia dei consumatori per il rallentamento dell’economia, hanno peggiorato il dato del cumulato annuo. Nei primi dieci mesi dell'anno sono state immatricolate 1.638.364 autovetture, con una flessione del 3,21% rispetto al pari periodo del 2017.

Calo per FCA. Il gruppo FCA registra a ottobre una flessione del 16,71% con 34.587 immatricolazioni. Il calo è da attribuire innanzitutto all'Alfa Romeo e al suo -42,11% (1.911 immatricolazioni). La Fiat perde, invece, il 20,73% (22.547) e la Maserati il 6,75% (235) mentre la Lancia limita le perdite a un -0,4% con 4.476 unità registrate. Continua, invece, l'ascesa della Jeep con una crescita del 7,3% e 5.381 immatricolazioni. 

Anche il gruppo Volkswagen in negativo. ll gruppo Volkswagen si conferma la terza forza del mercato nel nostro Paese, con un calo comunque inferiore a quello del mercato. Le immatricolazioni, pari a 20.320 esemplari, scendono del 2,81% con andamenti differenziati per in vari marchi. Il brand Volkswagen registra un +5,12% con 12.305 vetture immatricolate, la Skoda un +7,39% (2.208 registrazioni) mentre la Seat subisce una flessione del 14,1% (1.334) e l'Audi del 20,43% (4.445). In grande spolvero la Lamborghini con immatricolazioni quadruplicate e passate da 7 a 28 per effetto dell'avvio, a partire da luglio, delle consegne della Suv Urus.

Daimler e BMW in flessione. Tra gli altri grandi produttori tedeschi non si arresta il calo della Daimler e della BMW. Il gruppo di Stoccarda, con 7.262 auto immatricolate, registra una contrazione del 6,62%, in particolare per il -10,04% della Mercedes (5.294 registrazioni), mentre la Smart risulta in crescita del 4,02% (1.968 unità). Il concorrente bavarese vede 6.575 veicoli registrati, il 6,1% in meno rispetto allo stesso mese del 2017, con il marchio omonimo in calo del 4,53% (4.641 immatricolazioni) e la Mini del 9,67% (1.934 unità).

Crolla Renault, bene Ford, lieve calo per PSA. Il gruppo PSA consolida la propria posizione di seconda forza del mercato, grazie sempre al contributo della Opel. I transalpini registrano un calo contenuto al 3,7% con 23.357 unità registrate. Tra le varie marche, solo la DS risulta in crescita con un +33,12%, mentre la Peugeot perde il 2,5%, la Opel il 4,73% e la Citroën il 4,93%. Andamento decisamente negativo per la Renault, che, dopo il boom di agosto (+76,17%) e il crollo del 45,04% di settembre, immatricola 11.340 veicoli e subisce una contrazione di ben il 23,75% con la Dacia in perdita del 13,18% e il brand omonimo in flessione del 28,22%. La Ford mette, invece, a segno un risultato positivo, con 10.578 registrazioni e un segno più del 4,14%.

Asiatici in chiaroscuro, cresce Toyota. Tra i produttori asiatici spicca l'andamento positivo del gruppo Toyota: con 8.163 immatricolazioni, guadagna il 4,17% con il marchio omonimo, in crescita del 5,27%, mentre la Lexus è in discesa del 27,69%. Tra gli altri operatori giapponesi, la Nissan lascia sul terreno il 12,58% (4.031 immatricolazioni) e la Honda il 6,48%. La Suzuki sale, invece, del 20,71%, la Mazda dell'1,32%, la Mitsubishi del 154,46% e la Subaru del 26,01%. Rimanendo in Asia, la coreana Hyundai perde il 18,57% e la consociata Kia il 2,46%. Salgono la SsangYong (+16,22%) e la proprietaria indiana Mahindra (+636,36%).

In positivo Volvo, male Porsche. Nel segmento premium, Volvo e Jaguar Land Rover registrano risultati positivi. Il marchio svedese vede le immatricolazioni crescere del 47,34% a 2.020 unità, mentre il gruppo britannico riscontra un miglioramento del 22,18% con 2.600 unità, di cui 888 del marchio Jaguar (+97,77%) e 1.712 Land Rover (+1,97%). Al contrario la Porsche subisce una contrazione del 67,45% con 139 immatricolazioni e la Tesla del 71,19% con 17 modelli immatricolati.

La Panda sempre in vetta. Dopo lo storico sorpasso subito ad agosto dalla Renault Clio, la Panda si conferma per il secondo mese di fila in cima alla classifica dei modelli più popolari, con 12.516 immatricolazioni. Al secondo posto, ma a grande distanza, si piazza la Lancia Ypsilon con 4.476 unità e al terzo la Toyota Yaris con 3.748 unità. Seguono, nell'ordine la Renault Clio con 3.584, la Volkswagen Polo con 3.449, la Citroen C3 con 3.226, la Ford Fiesta con 2.873, la Ford EcoSport con 2.731 e la Fiat 500 con 2.710. Chiude la top ten, con 2.690 esemplari immatricolati, la Jeep Renegade.

Crolla il diesel, salgono benzina e ibride. Sul fronte delle alimentazioni, prosegue il tracollo delle diesel. Dopo il -38,3% di settembre, il mese di ottobre si chiude con una flessione del 27% e un peso sul totale del 44%. In decisa crescita risultano invece le motorizzazioni a benzina con un +22,5%, mentre perdono terreno il metano (-62,7%) e le Gpl (-3,4%). Le auto ibride, con un aumento del 30%, salgono al 5,9% del mercato, e le elettriche crescono del 150% grazie al canale del noleggio, arrivando a rappresentare lo 0,4%. 

I privati meglio di società e noleggio. In termini di canali di vendita sono solo i privati, con un +3,6%, a crescere nel mese di ottobre. Le società, invece, perdono il 29,7% con le autoimmatricolazioni in calo del 36% e il noleggio il 16,6% con la componente di breve termine in flessione del 15,8% e quella di lungo termine del 19,8%.  

Stabile il mercato dell'usato. Il mercato delle auto usate lancia segnali di sostanziale stabilità a dimostrazione ancora una volta di una situazione migliore rispetto a quello delle nuove.  I trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture (i passaggi temporanei a nome dei commercianti, in attesa della rivendita ai clienti), si attestano a 422.715, rispetto ai 421.527 dello corrispondente mese del 2017. Nei primi dieci mesi dell'anno, risulta, però, in calo del 3,1% con 3.714.643 passaggi.

 Il commento del Csp e dell'Unrae. Il Centro Studi Promotor sottolinea che la contrazione di ottobre "è dovuta ai residui effetti dell’introduzione dal 1° settembre del nuovo sistema di omologazione WLTP e alla frenata sui chilometri zero attuata da alcune case per privilegiare la remuneratività del business anche a scapito delle quote di mercato. Al netto di questi effetti le immatricolazioni di ottobre sarebbero su livelli assai vicini a quelli dell’ottobre 2017. Almeno una parte di questa contrazione potrebbe però essere recuperata nei prossimi due mesi". L'Unrae pone invece l'accento sul disorientamento degli automobilisti sul fronte del diesel. “Per quanto l’obiettivo prioritario delle Amministrazioni centrali e locali dovrebbe essere quello di rinnovare il vetusto parco auto italiano, i provvedimenti introdotti, fra loro scollegati e, in alcuni casi destinati più a demonizzare alcune motorizzazioni rispetto al più alto obiettivo ambientale, non fanno altro che generare incertezza nel consumatore che – in molti casi - rimanda il momento di scelta e sostituzione della vettura e non supporta il processo virtuoso di ammodernamento del parco circolante”, afferma il presidente dell'associazione delle Case estere presenti in Italia, Michele Crisci. Per l’Unrae serve, invece, un piano di infrastrutturazione adeguato alle moderne tecnologie e un’armonizzazione degli interventi legati alla mobilità dei cittadini  nel rispetto del principio della neutralità tecnologica. L'associazione ha infine rivisto al ribasso le stime sul 2018 alla luce dell’andamento delle immatricolazioni nel terzo trimestre e del contesto macro-economico. "Le immatricolazioni – conclude Crisci - dovrebbero fermarsi su 1.930.000 unità, accentuando la flessione già prevista rispetto al 2017, al -2,1%. Nel 2018, quindi, dovrebbe arrestarsi il percorso di recupero del mercato auto, dopo 4 anni di incrementi consecutivi". 

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