Nuovo crollo delle immatricolazioni: -33% ad aprile
Non si arresta la caduta del mercato automobilistico italiano: in aprile, stando ai dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono risultate pari a 97.339 unità, in calo del 32,98% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il declino, più profondo rispetto a- 29,7% di marzo o al -22,6% di febbraio, è legato a diversi fattori, tra cui l’attesa per gli incentivi, le conseguenze della persistente carenza di prodotto per colpa della crisi dei chip e il calo della fiducia dei consumatori per effetto dell’incertezza macro-economica, del rincaro delle bollette e della guerra in Ucraina. Tra l’altro, sono sempre più lontani anche i livelli pre-Covid: rispetto ad aprile 2019, la flessione è del 43,9%. Di conseguenza, il consuntivo del primo quadrimestre mostra 435.647 immatricolazioni, il 26,47% in meno sul 2021 (-38,3% sul 2019).
Stellantis. Ad aprile, il gruppo Stellantis ha immatricolato 34.609 auto, il 40,92% in meno rispetto a un anno fa. La maggior parte dei nove marchi chiude il mese in territorio negativo: -4,61% per l'Alfa Romeo (932 immatricolazioni), -47,25% per la Citroën (3.733), -37,25% per la Fiat (14.601), -35,26% per la Jeep (4.134), -46,76% per la Lancia (2.7438), -43,7% per la Opel (3.475) e -51,74% per la Peugeot (4.361). In controtendenza la DS, con un +27,74% (525) e la Maserati, con un +5% (105).
Gruppo Volkswagen. Andamento negativo anche per quasi tutti i marchi di proprietà dei tedeschi di Wolfsburg: le immatricolazioni totali sono 17.000, per una flessione del 32,36%. L'Audi perde il 25,44% (4.492 registrazioni), la Seat il 63,39% (860), la Skoda il 21,83% (2.062), la Volkswagen il 38,11% (8.487) e la Lamborghini il 46,34% (22). Si salva la Cupra, con un aumento del 193,46% e 1.077 registrazioni.
Renault e Ford. I francesi chiudono il mese di aprile con un calo del 25,6% e 7.468 immatricolazioni. Di queste, 3.112 sono del marchio della Losanga (-42,89%), mentre la Dacia registra 4.356 unità, il 5,08% in meno. In flessione anche la Ford, con 5.863 immatricolazioni e un –34,78%.
BMW e Daimler. Per il gruppo di Monaco le registrazioni sono 5.223, il 23,72% in meno rispetto ad aprile dello scorso anno, per effetto del -17,9% della BMW (4.088 immatricolazioni) e del -39,24% della Mini (1.135). Negativi anche i numeri della Mercedes-Benz: con 3.735 registrazioni, perde il 32,85%, con il brand della Stella a tre punte in discesa del 32,65% (3.308) e la Smart in calo del 34,31% (427).
Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 7.379 veicoli e flette del 12,89%: il marchio omonimo, con 7.140 targhe, scende dell’11,83% e la Lexus, con 239, perde il 35,92%. In discesa anche la Suzuki (-74,06%, 1.106 unità), la Nissan (-15,94%, 1.814), la Mazda (-34,23%, 761), la Mitsubishi (-41,06%, 244), e la Subaru (-28,92%, 145). La Honda, invece, sale del 61,45% grazie a 1.001 immatricolazioni. Segno meno anche per le coreane: con 2.804 immatricolazioni, la Hyundai scende del 15,8%, mentre la consociata Kia, con 3.453 unità, cala dell’8,24%.
Giù Volvo e JLR. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo registra 920 vetture, perdendo il 54,21%, mentre il gruppo Jaguar Land Rover subisce una contrazione del 43,99%: le immatricolazioni sono 1.263, di cui 255 per il marchio del Giaguaro (-55,18%) e 1.008 per il brand delle fuoristrada (-40,21%). Al contrario, risulta in crescita la Tesla ma con numeri molto più bassi rispetto a marzo, quando le sue immatricolazioni hanno sfiorato la soglia delle 2 mila unità: ad aprile sono appena 27, contro le 22 di un anno fa. In calo, invece, sono la Ferrari (-20% e 56 targhe) e la Porsche (-26,04% e 338 registrazioni).
Gli altri brand. Tra gli altri marchi presenti sul mercato italiano, spicca l’ennesimo boom della DR: con 1.208 immatricolazioni guadagna il 96,42%, superando nelle consegne diversi marchi generalisti. Tra i brand con vetture di origine cinese, la Lynk & Co ha consegnato 305 esemplari e la MG 524.
La top ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda, con 9.474 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Ford Puma (2.898) e la terza dalla Volkswagen T-Roc (2.743). Seguono, nell'ordine, la Lancia Ypsilon (2.742), la Dacia Sandero (2.724), la Toyota Yaris Cross (2.280), la Jeep Compass (2.250), la Fiat 500 (2.087), la Fiat 500X (1.969) e la Jeep Renegade (1.941).
Quota in calo per le elettriche. Ad aprile, tutte le alimentazioni sono in territorio negativo, a partire da quelle tradizionali: -42,9% per le auto a benzina e -38,5% per le diesel, con una quota in contrazione, rispettivamente, dal 31,8% al 27% e dal 23% al 21%. Tra le bifuel le Gpl perdono il 23,2% e quelle a metano - complice l'aumento dei prezzi del gas - flettono del 73,6%. Tra le vetture elettrificate le ibride scendono del 18%, nonostante il +11,3% delle full hybrid, ma vedono la loro quota di mercato salire dal 28,7 al 35%. Perdite nettamente superiori sono state registrate dalle ibride plug-in, che flettono del 17,1% (salendo, comunque, dal 4,6% al 5,6% del mercato) e dalle elettriche: con un -37,2%, le Ev vedono la loro quota contrarsi dal 3,3% al 3,1%.
La 500 torna prima tra le auto a batteria. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, la Fiat Nuova 500 riconquista la prima posizione con 494 targhe. Seguono la Smart Fortwo (405), la Dacia Spring (372), la Renault Zoe (215), la Volkswagen ID.4 (95), la Mini (94), la Volkswagen ID.3 (93), la Hyundai Kona (92), la Peugeot 208 (83) e la Opel Corsa (83).
L'andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita i privati calano del 40,1%, il noleggio a lungo termine dell’11,3% e le società del 14,7%. Pesante la contrazione delle autoimmatricolazioni (-31,4%) e del noleggio a breve termine (-39%).
Cala la CO2. Le emissioni medie di CO2 risultano pari a 119,6 g/km, in calo del 3,1% rispetto ai 123,4 dello stesso mese dello scorso anno, ma in aumento rispetto ai 118,6 di marzo a causa del crollo delle vendite di auto a zero e a basse emissioni. Ad aprile, sono state immatricolate 3.050 auto (3,1% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 5.295 vetture (5,4% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 64.016 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, il 64,9% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 22.646 auto (23% del mercato) con emissioni comprese tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono stati 1.696 (1,7% del mercato).
Il commento dell'Unrae. “La lunga attesa degli incentivi che incombe sul settore – commenta il presidente dell’Unrae, Michele Crisci - sta logorando il mercato ormai dall’inizio dell’anno; c’è da sperare che già nei prossimi giorni si provveda a pubblicare il necessario Dpcm sugli incentivi, atto necessario a risollevare la curva delle immatricolazioni che da troppi mesi è orientata verso il basso. Affinché sia garantita la massima operatività alle reti di vendita, auspichiamo, inoltre, che le Faq e la piattaforma Invitalia siano pronte a partire dal giorno stesso della pubblicazione del Dpcm in Gazzetta Ufficiale”, aggiunge Crisci, ribadendo l’invito a rivedere “l’originario impianto degli incentivi, includendo nei benefici anche le persone giuridiche, categoria sempre più rilevante nel mercato della mobilità e, quindi, motore della transizione energetica. La loro esclusione dagli incentivi, sommata a un trattamento fiscale che già penalizza le imprese italiane e ne riduce la competitività nell’ambito europeo, sicuramente non aiuta il percorso di decarbonizzazione del Paese”.
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