La ripresa del mercato automobilistico europeo prosegue anche a novembre, seppure con tassi di crescita decisamente più contenuti rispetto a quelli dei mesi passati. Lo scorso mese, secondo i dati diffusi dall’Acea, le immatricolazioni nell'area composta da Ue, Paesi Efta e Regno Unito sono state pari a 1.075.756 unità, con un aumento anno su anno del 6%, di molto inferiore al +14,1% di ottobre o al +11,1% di settembre. In ogni caso, si tratta del sedicesimo mese consecutivo in territorio positivo per il Vecchio continente, ormai su un percorso di costante ripresa grazie alla maggior disponibilità di prodotto presso le reti di vendita. Ne beneficia anche il consuntivo dei primi undici mesi dell'anno: le targhe risultano in miglioramento del 15,6% a quota 11.799.842 unità.
L'andamento dei mercati maggiori. Il rallentamento può essere ascritto soprattutto all'andamento negativo del singolo mercato di maggior dimensione in tutta Europa: infatti, la Germania ha subito un calo del 5,7% a causa principalmente della contrazione delle vendite di elettriche (-22,5%) e ibride plug-in (-59,3%) determinata dalla fine o dalla rimodulazione degli incentivi. Dall'analisi delle varie macro aree spicca come lo scorso mese l'Unione Europea abbia messo a segno un +6,7%, a fronte del +9,5% del Regno Unito e del -20,3% dei Paesi Efta (tra questi la Norvegia è a -47%). Tra gli altri principali mercati dell'Europa continentale, la performance migliore è dell'Italia con un +16,2%, seguita dalla Francia (+14%) e dalla Spagna (+7%). Nel cumulato annuo, il tasso di crescita più alto è appannaggio sempre del mercato italiano (+20%), seguito da quello britannico (+18,6%), spagnolo (+17,3%), francese (+16,2%) e tedesco (+11,5%).
Le alimentazioni. Quanto alle diverse alimentazioni, continuano a crescere le elettriche, ma sono le ibride a mettere a segno la migliore performance. In dettaglio, le Bev segnano un +4,9%, con il +16,4% della Ue parzialmente annullato dal -32,2% dell'Efta e dal -17,1% del Regno Unito. Male le ibride plug-in con un -14,1%, mentre le ibride non ricaricabili mettono a segno un +27% e le altre alimentazioni un +8,7%. Le auto a benzina crescono del 4,4%, mentre le diesel calano del 10,7%.
Stellantis. A novembre, il gruppo guidato da Carlos Tavares ha immatricolato 160.499 veicoli, il 2,8% in meno rispetto allo stesso mese del 2022. In territorio positivo Opel/Vauxhall (+9,7%), Jeep (+23,1%), Alfa Romeo (+23,8%) e Lancia (+10,2%). In calo Peugeot (-8%), Fiat (-13%), Citroën (-3,1%), DS (-36,8%) e Maserati (-33,4%).
I costruttori tedeschi. Il gruppo Volkswagen ha visto le targhe mensili crescere del 9,2%, raggiungendo le 277.9106 unità. Bene Audi (+2,4%), Skoda (+35,6%), Seat (+24,3%) e Cupra (+38,1%). Segno meno per Volkswagen (-1%), Porsche (-13,5%) e il polo del lusso composto da Bentley e Lamborghini (-5,5%). Nel segmento premium, il gruppo BMW ha registrato 86.5879 vetture (+11,2%), con il marchio dell'Elica in crescita del 15,6% e la Mini in flessione del 3,7%. Andamento positivo pure per la Mercedes-Benz, con 62.255 immatricolazioni e un +8%, frutto del +7,9% del brand della Stella a tre punte e del +10,4% della Smart.
Le altre Case occidentali. Per il gruppo Renault le 102.312 immatricolazioni implicano un aumento del 6,5%, con il brand della Losanga in miglioramento del 5,5%, la Dacia del 7,6% e l’Alpine del 21,3%. Scende la Ford, con un -15,1% e 38.946 targhe, mentre la Volvo sale del 2,9% (26.428). La Jaguar Land Rover ha targato 12.815 veicoli, con un +39% frutto del +36,5% del marchio delle fuoristrada e del +51,7% del brand del giaguaro. Sale anche la Tesla, con un +12,9% e 36.149 immatricolazioni.
Giapponesi e coreane. Il gruppo Hyundai-Kia ha registrato 89.076 vetture, il 6,4% in più nel confronto annuo, con un +5,8% per il marchio Hyundai e un +7,1% per la Kia. In calo Toyota: 68.363 immatricolazioni e un -7% determinato dal -8,3% del brand delle tre ellissi e da un -17,5% per la Lexus. La Nissan è cresciuta dell'11,8% (24.854 unità immatricolate), la Mazda del 21,2% (14.795), la Suzuki del 27% (15.782), la Honda del 4,8% (5.473) e la Mitsubishi del 20,4% (4.827).
Il commento dell'Unrae. L'Unrae, nel commentare i dati diffusi dall'Acea, pone l'attenzione soprattutto sul gap italiano nel campo delle auto alla spina. In particolare, il direttore generale Andrea Cardinali parla di "forte ritardo dell’Italia nel programma di transizione energetica. E non possiamo appellarci solo alle pur innegabili problematiche reddituali del nostro Paese, considerato che il Regno Unito, con un Pil pro capite a parità di potere di acquisto in linea con quello italiano, ha una percentuale di Bev quattro volte superiore. Ma soprattutto, anche Paesi con Pil pro capite a parità di potere di acquisto ben inferiore al nostro presentano una quota superiore: è il caso del Portogallo con Bev al 17%, della Romania al 10,6%, della Slovenia all’8,5%, della Lituania al 7,3%". "Ci sono dunque altri fattori dietro il nostro ritardo, da quelli culturali a quelli infrastrutturali, passando per la imperante disinformazione", prosegue Cardinali tornando a ribadire una richiesta dell'associazione: "E' necessario correggere l’attuale schema degli incentivi per le fasce 0-60 g/Km, che non sta funzionando, tant’è che a fine anno avanzerà il 72,5% dei fondi. Occorre includere tutte le persone giuridiche ripristinando l’importo integrale del bonus; eliminare il price cap o almeno riportarlo ai limiti precedenti tenendo conto dell’inflazione e aumentare i contributi unitari". "Se non spingiamo il piede sull’acceleratore per accogliere le nuove tecnologie, rischiamo di diventare un mercato di serie B per le Case automobilistiche, privo di attrattiva per gli investitori esteri, che troveranno accoglienza in tutti quei paesi che invece stanno guidando la transizione in modo spedito", conclude il direttore generale dell'Unrae.
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