È noto da diverse settimane: nel 2024, il gruppo Toyota si è confermato il maggiore costruttore automobilistico al mondo per volumi di vendita, superando per il quinto anno consecutivo i rivali di Volkswagen. Ma da chi sono occupate le altre posizioni della classifica globale? Alla domanda ha risposto Felipe Munoz, analista della società di ricerche Jato Dynamics, che, tramite i suoi account social, ha fornito due graduatorie elaborate incrociando dati ufficiali e stime. Entrambe, insieme ai commenti dello stesso Munoz, riservano diversi spunti interessanti.
La classifica dei costruttori. Partiamo, comunque, dalla classifica dei maggiori costruttori. Come detto, il gruppo Toyota è in cima al mondo con 10.695.924 vendite di veicoli (-4%), compresi i commerciali leggeri ed esclusi quelli pesanti: merito della presenza globale, della riconoscibilità del marchio, della reputazione, della diversificazione di prodotto e del successo delle ibride. In seconda posizione troviamo il gruppo Volkswagen, che continua a beneficiare della sua forte presenza in Cina, ma che è anche il più esposto ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori cinesi e ai dazi statunitensi. Al terzo posto si piazza Hyundai-Kia e al quarto Stellantis, il costruttore con le performance peggiori (-9% e 5.636.389 vendite), appesantito dai "troppi marchi che giocano negli stessi segmenti: otto di questi su 13", ragiona Munoz, "hanno un disperato bisogno di prodotti freschi".

L'ascesa cinese. Nella classifica globale delle vendite seguono General Motors e Ford, anche se la loro decisione di concentrarsi su Nord America e Cina aumenta i rischi di esposizione all'evoluzione della domanda cinese. Inoltre, secondo l'analista l'offensiva sulle auto elettriche dei due costruttori "non sta funzionando come previsto, soprattutto alla Ford". Al settimo posto si piazza il grande protagonista dell'anno scorso, il gruppo cinese BYD, che ha registrato "un'impressionante crescita dei volumi di vendita in Cina e all'estero". Dopo Honda e Nissan troviamo un'altro costruttore cinese, a dimostrazione dell'ascesa ormai inarrestabile delle realtà del Dragone: si tratta della Geely, forte "di un'ampia gamma di marchi e della corretta gestione della svedese Volvo". Seguono la Suzuki, un'altra cinese (la Chery), il duo tedesco BMW-Mercedes, la Renault, la Changan (sempre cinese) e la Tesla: la Casa di Elon Musk, in particolare, "ha smesso di crescere perché i suoi prodotti più venduti sono invecchiati", la concorrenza della Cina "è più agguerrita" e il Cybertruck "è un flop" di mercato. Munoz cita, infine, i risultati positivi di LiAuto, Leapmotor, Nio, Xpeng, Vinfast, Togg e Lucid, nonché l'ottima performance iniziale della Xiaomi.

L'andamento dei marchi. Passando alla seconda classifica, la Toyota si conferma il singolo marchio più venduto al mondo con oltre 9,3 milioni di unità (-2%) e un ampio distacco sugli inseguitori: Volkswagen occupa il secondo posto con circa 5,2 milioni di unità (-1%) e Ford il terzo con poco meno di 4,3 milioni (+1%) di veicoli. Anche qui si nota l'ascesa della BYD, capace di salire, nel giro di un anno, dal decimo al quarto posto con 4,08 milioni di vendite e una crescita del 41% che l'ha portata a superare realtà del calibro di Hyundai, Honda, Nissan, Suzuki, Kia o Chevrolet. Del resto, altri marchi cinesi confermano lo spostamento in Asia del baricentro dell'auto globale: Chery e Geely hanno messo a segno una crescita, rispettivamente, del 22% e del 31%. In questo caso, i cali più rilevanti sono stati registrati dall'Audi (-12%) e dalla Fiat (-11%), che, però, con i suoi 1,2 milioni di veicoli venduti, si conferma il primo marchio del gruppo Stellantis grazie soprattutto alle performance in Sud America. Secondo Munoz, anche MG, Buick, Ram e Daihatsu hanno subito notevoli perdite, mentre stanno "crescendo velocemente" Leapmotor, Zeekr, Nio, Xpeng, Nevo e Xiaomi e "stanno andando molto bene" pure Jetour e Li Auto.
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