In attesa del quarto modello del marchio - per ora genericamente denominato Crossover - che farà il suo debutto al prossimo Salone di Ginevra (4-14 marzo 2010), siamo stati invitati dalla BMW a vedere dal vivo l'ultima nata di Casa Mini, la concept Beachcomber. Solo qualche bozzetto ci aveva anticipato le forme di questa Suv compatta senza tetto né portiere, che tanto ricorda, in versione moderna, la simpatica Mini Moke realizzata nel 1964 dal progettista Alec Issigonis. Eravamo quindi abbastanza curiosi, mentre ci accingevamo a entrare nello stabilimento austriaco della Magna Steyr, a Graz, in quella stessa catena di montaggio che ospiterà proprio l'assemblaggio della Crossover.

A prima vista si rimane un po' spiazzati dalla Beachcomber. Se la si guarda da lontano, si riconoscono le "fattezze" tipiche della Casa e appare semplicemente come una Mini al nandrolone, ipervitaminizzata e massiccia. Man mano che ci si avvicina, pur mantenendo i tratti distintivi del marchio, ci si rende conto di avere a che fare con una vettura completamente diversa, caratterizzata da uno stile nuovo e radicale.

Convenzione vuole che si inizi dagli esterni. Invece, complice l'assenza delle portiere, veniamo immediatamente catturati dagli interni, così sportivi, sbarazzini, ma anche incredibilmente versatili e confortevoli. La Beachcomber mette a disposizione vani in abbondanza, retine e fasce elasticizzate per le più svariate esigenze, senza contare il sigolare tunnel centrale che la taglia in due fino al bagagliaio: grazie a uno speciale sistema di fissaggio, guidatore e passeggeri possono riporvi piccoli oggetti ed eventualmente passarseli. Molto originali anche i quattro sedili in neoprene (seconda foto), avvolgenti, e tutti dotati di svariate possibilità di regolazione. Completa il quadro il tipico tachimetro centrale affiancato, a sinistra, dall'indicatore di orizzonte artificiale che segna l'inclinazione della vettura sui suoi assi longitudinale e trasversale, a destra, da una bussola a liquido.

Una volta scesi, iniziamo a "radiografare" la carrozzeria. Che si abbia a che fare con una Suv lo si intuisce non solo dalla struttura massiccia e dalla notevole altezza da terra (nonostante l'assenza delle portiere, infatti, non è così semplice entrare e uscire). Ma anche e soprattutto osservando gli sbalzi rinforzati, anteriori e posteriori, le carreggiate larghe e i passaruota accentuati, che ospitano importanti cerchi di lega da 17" e pneumatici scolpiti, da vera offroad. Il muso è alto, imponente, con la griglia esagonale del radiatore che ricorda quella della Moke. Il cofano, con ai lati i grandi fari tridimensionali, presenta anche una bombatura con presa d'aria integrata, che fa apparire la Beachcomber ancora più sportiva. Un'ultima chicca, dietro. Essendo dotata di gomme runflat, la ruota di scorta non c'è: il vano attaccato al portellone non è nient'altro che un nuovo ripostiglio tripartito (terza immagine).

Per vederla dal vivo non dovrete aspettare molto: il prossimo gennaio (dal 16 al 24) sarà infatti presente al Salone di Detroit. È molto probabile, comunque, che resti un semplice, seppur affascinante, esercizio di stile.

Alessandro Carcano

Tutte le foto (Mini Moke esclusa) sono state scattate da Roberto Carrer e sono protette da Copyright ©. Prossimamente, pubblicheremo un'intervista esclusiva al designer Mini, Gert Hildebrand, che ci ha svelato i "segreti" del suo lavoro, dandoci anche qualche interessante anticipazione sulla futura Crossover.