Attesa al debutto all'imminente Salone di Parigi, la Opel Adam ha fatto una breve apparizione a Milano, alla vigilia della settimana della moda. La citycar tedesca ci è stata presentata da Stefan Arndt, chief designer responsabile degli interni, che ha parlato ai microfoni di Quattroruote TV.
Una sfida. L'occasione è stata propizia per parlare della nuova Adam anche con Roberto Matteucci, amministratore delegato della GM Italia: "La Adam è una sfida - ha esordito Matteucci - che ci dà la possibilità di essere presenti in un segmento molto interessante, che sta crescendo negli ultimi anni, basato su vetture che fanno dell'aspetto rètro forse il messaggio più importante. È una sfida perché è un segmento che ha elevati contenuti di prodotto, dove noi però volutamente abbiamo scelto l'opposto del rètro e di riproporre nella Adam l'essenza dello stile delle Opel di oggi. Il fatto di essere premium è un risultato. Il segmento di queste vetture è caratterizzato sicuramente da maggior ricercatezza".
Eppure i nostri lettori hanno ravvisato delle somiglianze...
"Talvolta in foto la vettura perde l'armonia dei volumi. Qualcuno ha fatto il solito gioco "assomiglia a questa, assomiglia a quella"... secondo me non assomiglia a nessun'altra. Abbiamo letto i commenti: è questa la parte più divertente, perché noi, avendola vista dal vivo, sappiamo perfettamente che la macchina assume una sua identità precisa, tre metri e settanta di macchina estremamente muscolosa, senza per questo essere solo maschile o solo femminile. L'obiettivo era quello di ottenere una macchina chiaramente unisex, ma con "attitude", come dicono gli inglesi, cioè con una personalità precisa, spiccata".
Ma anche molto diversa dalle altre Opel.
"La Adam rappresenta un ulteriore passo avanti dopo quello compiuto nel 2009 con la Insignia. La Insignia è stata uno spartiacque della Opel; poi, con grandissima coerenza, abbiamo fatto seguire l'Astra, la Meriva, la GTC, la Zafira Tourer, l'Ampera. Naturalmente, ogni segmento ha degli accenti e dei toni specifici".
Ci parla del nome, Adam?
"La scelta del nome è molto chiara nella nostra strategia: non doveva essere un nome femminile come tutte le auto, né di fantasia né tantomeno un numero. Doveva essere un nome maschile e solo poi, per coincidenza, è quello di Adam Opel: Adam è uno dei nomi maschili che piacevano di più, e non certo perché era quello del fondatore. Anche perché, tranne che in una parte della Germania, nessuno conosce Adam Opel. Il nome doveva essere maschile e rappresentare bene questa vettura".
Come si declina una Opel premium?
"Una marca generalista come Opel deve saper cogliere tutte le esigenze del mercato. Noi con la Adam e con la Mokka allarghiamo il nostro portafoglio di prodotti e lo completiamo con due vetture che entrano in gamma senza sostituire nessun'altra e che s'inseriscono nei due segmenti più dinamici del mercato europeo, quelle delle piccole premium e quello delle suv compatte".
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