Sarà anche sempre la stessa, come dicono in tanti, ma a vedersela davanti la Volkswagen Golf 7 fa l'effetto di un'altra macchina: il passo allungato, l'incremento della larghezza, l'abbassamento del tetto ne modificano le proporzioni in misura percettibile sin dal primo sguardo. E con esse cambia anche l'impatto visivo, al di là dell'evidente riconoscibilità di tanti tratti stilistici.
Abitabilità: c'è tutto lo spazio che serve. Non cambia nulla invece per l'abitabilità, nel senso che alla minor statura della carrozzeria si accompagna un corrispondente avvicinamento al suolo del punto di seduta, col risultato che pure i più alti riescono a sistemarsi al volante senza problemi. Anzi, con l'ampliamento delle carreggiate la maggior disponibilità di spazio in larghezza appare subito evidente. Davanti come dietro. La seduta relativamente bassa non comporta problemi di visibilità, anche se i retrovisori esterni sono piuttosto piccoli. Producono anche qualche fischio, alle andature autostradali, ma lo si nota soltanto perché per il resto l'insonorizzazione fa egregiamente il proprio dovere. Anche (se non soprattutto) nei confronti del turbodiesel common rail di due litri, che in quest'ultima edizione (150 CV) ha cambiato radicalmente carattere.
Un TDI dal carattere inedito. Non solo fa meno rumore, ma risponde alla pressione sull'acceleratore con prontezza e progressività sconosciuta ai suoi antenati. E la spinta non gli fa certo difetto. Vien subito voglia di sfruttarla tutta, anche perché la Golf 7 è una di quelle automobili che infondono confidenza sin dai primi chilometri.
Viene voglia di guidare. Per merito di uno sterzo magari non prontissimo ma preciso, progressivo e privo di reazioni anomale, e soprattutto grazie a un comportamento in curva davvero da prima della classe: grande controllo dell'avantreno, eccellente precisione di linea, coricamenti laterali contenuti e comunque sempre progressivi. Insomma, si guida in grande scioltezza e vien subito voglia di andare forte, quando si può.
Confort garantito, dotazioni d'avanguardia. Per altro verso, non ci si può certo lamentare del confort: del (poco) rumore si è gia detto, e pur trattandosi di una Highline (con cerchi da 17" per pneumatici serie 45) l'assetto è tutt'altro che esasperato: assorbe con sostanziale disinvoltura gli avallamenti e mostra di soffrire un poco soltanto le sconnessioni più secche. A proposito di Highline, col più ricco dei tre allestimenti disponibili c'è anche la versione più evoluta del nuovo sistema di infotainment adottato dalla Golf, con tanto di touch screen e funzionamento analogo a quello degli smartphone che vanno per la maggiore. L'innovazione c'è, insomma, anche in un ambiente che non ha rinunciato in alcun modo alla classica razionalità tedesca.
Da Olbia, Massimo Nascimbene
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