In off-road come una volta
I veli sono stati tolti, e ora possiamo vedere finalmente come è fatta la Grenadier. Ossia, la fuoristrada dura e pura, ideata in Inghilterra per affrontare qualsiasi tipo di fondo, di cui avevamo iniziato a parlare nel 2017. Una vocazione, quella dell’off-road vero, antica e nobile, che nei decenni è passata soprattutto attraverso i modelli di brand iconici, come Jeep e Land Rover. E ora guadagna una new entry, senza storia, ma come vedremo, con le armi giuste per ben figurare. E, se negli anni, anche gli specialisti del settore si sono evoluti, allontanandosi da quello spirito iniziale, selvaggio e spartano, delle prime 4x4 “meccaniche”, la Grenadier, invece, vuole partire proprio da lì, certo, attualizzando il pacchetto. Un format che è subito chiaro a partire dal design, fatto di forme solide, semi-squadrate, caratterizzate da un frontale completo di gruppi ottici tondi, dal cofano scolpito, attualizzato alle nuove norme, e da fiancate alte e semi-verticali, come si conviene a chi non è abituato ai compromessi. In coda, pratica la soluzione dei due portelloni che si aprono ad armadio, quello più piccolo per primo. Dotazione che include, ovviamente, l’elevata altezza da terra, le piastre di protezione e la possibilità di personalizzare l’esemplare con una serie di accessori e kit, che potranno essere anche esterni al marchio, per venire incontro alle esigenze del cliente. Un modello d’impronta tradizionale, quindi? Solo all’apparenza, perché di “classico”, nella nascita e nello sviluppo della Grenadier, c’è giusto lo schema meccanico che parla del telaio a longheroni e traverse, realizzato, però, con le tecniche di oggi. E proprio questo dovrebbe essere uno dei punti forti del modello. Ma come è nata la macchina?
Colmare un vuoto. Il progetto, molto ambizioso, parte nel 2017 su iniziativa di Sir Jim Ratcliffe, un magnate inglese classe 1952, presidente del colosso petrolchimico e chimico-speciale Ineos Group, e amante dell’avventura e degli sport estremi. Lo dimostrano anche importanti sponsorizzazioni del gruppo in varie discipline: la Scuderia Mercedes-AMG in F.1, l’OGC Nice nella Ligue 1 francese di calcio, il ciclismo e l’America’s Cup di vela. Ebbene, tre anni fa, con la Land Rover Defender ormai già pensionata – e con la nuova generazione, diversa nelle forme e nelle caratteristiche, in lavorazione – Sir Ratcliffe pensa, insieme ad alcuni amici, che il vuoto lasciato dall’iconica 4x4 britannica debba essere colmato. Da una nuova fuoristrada realizzata da un suo team, in grado di diventare un mezzo affidabile e robusto da lavoro, oltre che facilmente riparabile (e con interni lavabili). Un progetto che prevede comunque, per la Grenadier, anche la possibilità di affrontare l’asfalto con un adeguato livello di confort, grazie a dotazioni di bordo e a sistemi di sicurezza in linea con le aspettative di una clientela moderna. L’ideale, insomma, per le esigenze di alcune categorie, come i proprietari terrieri, gli addetti forestali, gli esploratori, gli operatori di comprensori sciistici. Nel frattempo, il team della Ineos automotive (nata da una costola dell’Ineos group), capitanato dal ceo Dirk Heilmann, comincia a formarsi grazie all’ingresso di dirigenti e tecnici dalla solida esperienza maturata nel mondo dell’automotive, nei marchi Bentley, Daimler, Ford, Lotus, Jaguar-Land Rover, Tesla e Volkswagen. Al centro del progetto tecnico, oltre al telaio a longheroni e traverse, c’è un efficace sistema di trazione integrale permanente con differenziali bloccabili. Quello che ci si aspetta da un veicolo simile.

Che partner! Attorno al telaio, realizzato dal gruppo spagnolo Gestamp, è stato assemblato un pacchetto tecnico d’alto profilo, come si può vedere dai marchi coinvolti: la BMW per la fornitura dei motori sei cilindri in linea 3.0, benzina e diesel (ma non sono escluse soluzioni che guardano al futuro), la Magna Steyr per lo sviluppo in serie del modello, la capogruppo Magna per il comparto sospensioni, l’italiano Gruppo Carraro (specializzato in mezzi agricoli e movimento terra) per gli assali e la ZF per il cambio automatico a otto rapporti. Come si vede, Ratcliffe e la Ineos sono riusciti a coinvolgere partner di assoluto rilievo, a riprova di un progetto di prospettiva, che guarda avanti, a una famiglia di modelli, come dimostrano le immagini ufficiali, che presentano già una variante pick-up. La struttura produttiva sarà così organizzata: linea di pre-assemblaggio del telaio e della carrozzeria a Estarreja, in Portogallo (che, a regime, potrà arrivare fino a 500 dipendenti), e sito produttivo vero e proprio a Bridgend, nel Galles: uno stabilimento realizzato ad hoc, che impiegherà inizialmente 200 persone (destinate, con il tempo, a salire a 500). La Grenadier 4x4, che sta vivendo la fase dello sviluppo in serie, comincerà i collaudi nel 2021 con l’obiettivo di coprire 1,8 milioni di chilometri ed entrerà in produzione verso la fine dell’anno prossimo. Verrà quindi commercializzato nelle più importanti macro-regioni del mondo: Europa, Africa, Americhe, Medio oriente, Sudest asiatico e Australasia. La rete di vendita è ovviamente ancora in fase di studio, in ogni caso la Ineos automotive prevede che tra i principali mercati ci possano essere il Regno Unito, gli Stati Uniti, l’Australia, il Sudafrica e la Germania.
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