Con la guerra in Ucraina, in Russia le importazioni di vetture estere sono bloccate. Scarseggiano le auto nuove, quindi il governo sta trovando soluzioni creative. E anche le case automobilistiche: in particolare, il principale marchio nazionale, la Avtovaz che controlla il marchio Lada ed è tornata dal 16 maggio sotto il pieno controllo russo dopo l'uscita di scena forzata della Renault, ha deciso di riavviare la produzione di una parte della gamma. A far notizia, però, è il "come".

La sicurezza torna al secolo scorso. Senza poter importare nuovi componenti e senza aver ancora creato una filiera interna, la produzione della Lada sarà forzatamente limitata. Per questo, la Casa è pronta a costruire un numero ridotto di esemplari della Largus, parente stretta della Dacia Logan Mcv di prima generazione (parliamo del 2007), con dotazioni ridotte: non parliamo di finiture o di accessori particolari, ma di elementi essenziali per la sicurezza come gli airbag e l'Abs. Teoricamente, la loro assenza bloccherebbe l'omologazione dell'auto, ma vista la particolare situazione le autorità russe chiuderanno un occhio, rilasciando dei regolari certificati di circolazione. Secondo le informazioni rilasciate dalla Lada, i ricambi basteranno per costruire circa 1.800 vetture: da quel punto in poi, serviranno nuove soluzioni per le quali ancora non esistono informazioni precise.
Per la Granta si torna all'Euro 2. La Lada aveva già annunciato un'operazione simile negli scorsi mesi riavviando l'assemblaggio della Granta Classic. In questo caso l'allestimento è stato ridotto all'osso, eliminando anche il controllo di stabilità, i pretensionatori delle cinture di sicurezza e tornando alla variante Euro 2 dei propulsori a benzina. Il prezzo è stato ribassato a 635 mila rubli (poco meno di 10.800 euro al cambio attuale), 100 mila meno di prima: così, la Granta è diventata l'auto più economica disponibile. Una magra consolazione per i clienti.
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