L’attuale generazione della Mazda MX-5 (ND) è arrivata sul mercato all’inizio del 2015, aggiornata nel 2019 e all’inizio dello scorso anno. In questi giorni, poi, è sbarcato nelle concessionarie il MY2025, che introduce in gamma gli allestimenti speciali Kazari e Homura. La prossima serie, che potrebbe essere presentata già nel 2026, manterrà i cilindri nel cofano, ma questo non vuol dire che la Casa giapponese non stia preparando un futuro elettrico per la sua sportiva a due posti. E se non per lei, per un'altra roadster.
Il brevetto. Lo scorso ottobre la Mazda ha depositato presso l’US Patent Office il brevetto numero 20250115111, pubblicato solo all’inizio di aprile e chiamato semplicemente “Electric Automobile”. Nel documento, la Casa giapponese ipotizza la struttura di una vettura elettrica che garantisca un’ottimale distribuzione dei pesi al suo interno, in particolare per quanto riguarda la posizione delle batterie, in grado di ridurre al minimo il rollio nelle manovre ad alta velocità.

Una Bev a “pezzettini”. Dai disegni si ipotizza una collocazione degli accumulatori in diversi punti dell’auto e non in un unico blocco sotto il pianale: sono previste celle anche sotto il sedile del conducente, nella zona delle gambe, per bilanciare il peso di chi guida. Per lo stesso motivo il motore è pensato per essere alloggiato in maniera longitudinale, vicino alle sedute (dove nelle auto tradizionali c’è il tunnel della trasmissione) e collegato al differenziale delle ruote posteriori. Le soluzioni proposte nel brevetto sottolineano una volta di più l’attenzione quasi maniacale degli ingegneri giapponesi per la dinamica di guida.

Le immagini sono eloquenti. Il testo che accompagna la documentazione e molti dei disegni presenti fanno riferimento a soluzioni generiche che possono essere applicate a numerose varianti di carrozzeria. Alcuni bozzetti invece richiamano esplicitamente le forme di una sportiva compatta come la Mazda MX-5. È comunque importante ricordare che le aziende depositano brevetti in continuazione, molte volte solo per tutelarsi dalla concorrenza, e moltissimi rimangono lettera morta. Un’eventuale Miata elettrica, ammesso che venga mai costruita, è ancora lontana.
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