Ssangyong Rexton W 2.0 Xdi
La nostra prova sprint

Nel periodo in cui dilagava la febbre da sport utility, anche la Rexton ha avuto i suoi bei momenti di gloria, con riflessi positivi sulle quote di mercato e sui bilanci. Oggi l'utente è diventato molto più selettivo e la SsangYong ha interpretato queste nuove esigenze puntando, oltre che su un leggero addolcimento della linea, su una decisa riduzione della cilindrata. Il livello di potenza, comunque, è rimasto buono (155 cavalli contro i 165 del precedente cinque cilindri, uscito di produzione nel 2011), con evidenti benefici sui consumi: si risparmia un buon 10% di gasolio, qualcosa di più sui percorsi extraurbani. Certo, si resta sotto la barriera dei 10 km/litro. Però, considerate massa e dimensioni, non ci si può lamentare.

Come va. Il calo di potenza, comunque, non ha influito sulle prestazioni, che sono addirittura migliorate. Il quattro cilindri ha un bel temperamento e non alza mai troppo la voce, nemmeno quando si affonda l'acceleratore. Tuttavia, la manovrabilità un po' contrastata del cambio manuale a sei marce (a listino c'è anche l'automatico) non aiuta a rendere la guida fluida quanto si vorrebbe, così come sono un po' di ostacolo la frizione piuttosto pesante (e quindi faticosa nei "tira e molla" cittadini) e la risposta dello sterzo, lenta e poco diretta; senz'altro un limite sull'asfalto, ma un vantaggio quando si mettono le ruote sui fondi accidentati. Un terreno decisamente favorevole alla Rexton, questo, malgrado le dimensioni abbondanti e un'agilità tutto sommato limitata, grazie a una buona altezza da terra (25 cm davanti, 22 dietro), alla coppia abbondante e alla motricità sempre adeguata, anche sui fondi a bassa aderenza. Sulle forti pendenze, infine, oltre a sfruttare le ridotte, può contare sul controllo della velocità in discesa.

Confort di bordo. Tornando all'asfalto, va rilevato il buon livello di confort. Il rumore risulta molto ben filtrato e le sospensioni fanno il loro lavoro con efficacia, irrigidendosi un po' soltanto sulle sconnessioni profonde. Essendo molto morbida la Rexton si corica parecchio in curva, accentuando i limiti dello sterzo, ed è un po' "altalenante" anche in frenata. Tutto, comunque, assolutamente nella norma per un veicolo che denota un'impostazione assai più orientata verso il fuoristrada. Per quanto riguarda la scelta delle plastiche è più curata rispetto al passato, a partire da quelle morbide della plancia. Ben fatti anche i sedili, distribuiti su tre file in modo da ospitare fino a sette persone. La panchetta posteriore a scomparsa, però, per quanto accessibile senza eccessiva difficoltà, è adatta per accogliere al massimo un paio di ragazzi. In compenso, quando lo schienale si ripiega, il vano di carico diventa decisamente capiente.