Quelli della Mini, si sa, sono originali. E siccome sono originali, per presentare la terza serie della berlinetta sono andati - primi nella storia - a Puerto Rico, isola caraibica produttrice di rum, pugili e spettacolari campi da golf per i ricchi americani della East Coast.
Un primo assaggio. Nelle stradine della Cordillera central abbiamo avuto modo, dunque, di toccare con mano, pochi giorni prima che la macchina destinata alla Prova su strada arrivi in redazione a miracol mostrare (appuntamento in edicola con Quattroruote di marzo, se volete sapere tutto, dunque), lo stato dell'arte dell'ormai iconica macchinetta anglo-tedesca (anglo perché la costruiscono a Oxford, tedesca per tutto il resto, come ha confermato la parata d'ingegneri teutonici pronti a spiegarci qualsiasi cosa). È stato un assaggio, chiariamolo subito, ma di quelli gustosi, ché la macchina, nonostante non sembri, denuncia subito progressi non comuni.
Com'è cambiata. Intanto, è più lunga, più larga, più comoda. Dentro è tutta nuova, pur mantenendo intatti alcuni stilemi classici (il grande strumento centrale, ora circondato da una suggestiva cornice che cambia colore secondo il regime del motore). Di certo, offre una vita a bordo assai più vivibile, perché i sedili sono cambiati e dietro c'è un po' più posto (proporzionalmente, ci sembra che dall'allungamento abbia guadagnato di più il bagagliaio, ma aspettiamo la prova degli strumenti). E poi ci sono i motori, pure quelli inediti.
Come va. Abbiamo guidato la Cooper S, ora mossa da un quattro cilindri turbo due litri con iniezione diretta e doppio variatore di fase da 192 CV. Senza dubbio potente, risulta più trattabile del precedente, anche se forse ai più esagitati sembrerà fin troppo addomesticato. Interessante l'opzione dei tre driving modes: Green, normale e Sport, anche se ci sembra assai probabile che il cliente-tipo della S il cursore in posizione Green non lo metterà mai. In Sport, si irrigidisce la taratura di sterzo e sospensioni, le cambiate si fanno urgenti (anche sull'automatica a noi riservata) e la mappatura più aggressive. Senza approfondire troppo, ci sembra che il comportamento stradale sia assai più "adulto", forse meno eccitante, ma decisamente raffinato sotto il profilo tecnico. Adesso attendiamo con trepidazione di poter mettere le mani sui tre cilindri 1.500 turbo benzina e diesel delle Cooper normali (più avanti arriverà il 1.200 turbo della One). Prossimo appuntamento sulla pista di Vairano per valutare con precisione la crescita complessiva.
Gian Luca Pellegrini
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