Ripulita nell'immagine ridimensionando gli airbump, ora confinati alla base delle fiancate, l'edizione riveduta e corretta della C4 Cactus si aggiorna pure nei contenuti tecnici. Con l'obiettivo di offrire livelli di confort in linea con le tradizioni Citroën. Due i cardini dell'operazione: sedili rivisti nell'imbottitura e ammortizzatori dotati di fine corsa idraulici. Derivati, per inciso, da una soluzione sviluppata per la C3 WRC.
Novità d'impatto. Gli effetti si sentono, eccome: il sedile assicura un supporto decisamente più consistente, soprattutto nel cuscino, evitando così gli infossamenti da eccesso di sofficità che affliggevano quelli della prima generazione, tutt'altro che ideali per chi non abbia proprio tutto a posto nella zona lombare. Parallelamente, il pensionamento (senza rimpianti) del cambio automatico robotizzato (che prevedeva il comando al volante) ha portato alla scomparsa del singolare “sofa”, il divano unico anteriore che prima vi si accompagnava. Quanto alle sospensioni, il passaggio sulle asperità stradali risulta decisamente attenuato: niente rimbalzi secchi né sulle buche, né sui sempre più frequenti rallentatori. Il tutto senza controindicazioni evidenti per il comportamento in curva: non si segnalano incrementi di rollio, va messo nel conto soltanto un pizzico di beccheggio in più ad accompagnare i trasferimenti di carico fra un asse e l'altro.

Che cosa cambia. Restano invariate in sostanza le buone qualità di maneggevolezza della C4 Cactus, agevolate dalla particolare leggerezza della struttura. Rimangono anche i limiti di ventilazione per la zona posteriore dell'abitacolo, dovuti alla semplice apertura a compasso dei cristalli laterali e alla contemporanea assenza di bocchette di aerazione dedicate. In compenso, i tecnici francesi sono riusciti a porre rimedio a un'altra delle pecche della prima generazione: ora il volante dispone di regolazione anche in senso assiale. Del resto, il ricorso a un equipaggiamento più consono alla categoria era inevitabile, dal momento che la Cactus non si propone più soltanto come vettura “alternativa” all'insegna della sobrietà. Ma è chiamata pure a rimpiazzare, almeno in via transitoria, la C4 “classica”, la cui produzione è destinata a concludersi al termine di questo semestre.
In salone a fine marzo. Il debutto commerciale è in programma per fine marzo, con listino che spazia da 17.900 a 22.600 euro per una gamma motori semplificata: sparisce il tre cilindri aspirato, mentre il Pure Tech sovralimentato è disponibile sia con 110 sia con 130 CV. Confermato invece il turbodiesel 1.600 da 100 CV.
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