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Dallara Stradale
L'emozione della scoperta

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Che la Dallara Stradale fosse destinata a creare un prima e un dopo (di lei) è stato chiaro sin dal giorno della presentazione, il 16 novembre dello scorso anno. Nella "casa" tutta nuova della Stradale, nata sulle fondamenta del primo garage dell’ingegner Dallara, quello in cui costruì la sua prima Barchetta. Da corsa.

Nuovo paradigma. Fu in quel giorno che appassionati e addetti ai lavori si resero conto che un’auto semplice, sognata e cresciuta a suon di leggerezza, simulazione e motorsport si era palesata nel mondo delle sportive con una scusa qualunque. Come quella dell’ingegner Dallara, che si era voluto regalare “un’auto per andare a mangiare il pesce alle Cinque Terre; e poi, con la stessa auto, senza meccanici al seguito, andare a divertirsi in pista”. Il tutto, ovviamente, potendo “sentire il profumo dell’erba tagliata di fresco” o tutto quello che un viaggio potrebbe raccontarvi con l’olfatto. Da qui, il suo essere una scoperta. Pura. La morale della favola è che quest’auto, oggi, appare chiaramente destinata a ridefinire alcuni capisaldi su cui le moderne supercar sono costruite. E si danno battaglia. Esempi? La deportanza: da oggi, sarà il nuovo terreno di scontro delle sportive; quando la concorrenza si accorgerà della velocità della Stradale in pista, dovrà fare i conti con la sua “magia nera”. Che, tradotta in numeri, vale oltre 2 g da sfruttare in curva potendo tenere per le mani uno degli sterzi più accurati, precisi e comunicativi di sempre.

L'emozione della scoperta

Tutto il know how del motorsport. Ancora: la tecnologia. Qui non hanno infilato sotto una scocca un gadget meccatronico del momento e non si è ridefinito alcun infotainment. Sulla Stradale c’è la migliore ingegneria costruttiva ereditata da decenni di motorsport e declinata in culla di carbonio e protezioni anticrash mai viste su una stradale; e guidandola, oltre a goderne, questa sua tecnologia ti fa sentire protetto. Poi c’è il motore: "soli" 400 CV a spingere un peso minimo, 855 kg, combinazione che fa assumere a ogni accelerazione e a ogni ripresa toni epici anche senza rincorrere i suoi valori assoluti, sintetizzabili in uno 0-100 km/h da 3”25 e nella sua velocità massima di oltre 280 km/h. Insomma: stiamo cercando di raccogliere ogni idea e ogni frammento di emozione che ci ha lasciato in eredità la guida della Stradale per potervi raccontare in tutta la sua meraviglia il cambio di paradigma che rappresenta. Almeno se amate guidare. Almeno se vi piace la pista. Almeno se le auto sportive sono vive nella vostra immaginazione. Scoprirete di più sul numero di Quattroruote di aprile. Per il momento, godetevi la gallery…

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