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Primo contatto

Dacia Spring
Nuovo look, stesso spirito - VIDEO

Luca Cereda da Bordeaux, Luca Cereda
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Fronte caldo, quello dell’auto elettrica economica. E da qui a qualche mese ne vedremo delle belle, quando i costruttori andranno a popolare un segmento finora appannaggio di pochissimi. Arriva con tempismo scientifico, perciò, il restyling della Dacia Spring, regina del segmento nonché la terza Bev più venduta in Europa nel 2023, mentre dal lancio, nel 2021, ne sono state consegnate più di 150 mila in tutto il mondo. Ma per tenere testa alle nuove arrivate e alle rivali venture, cinesi compresi, serviva un passo avanti. E col restyling c’è stato, sia nell’estetica, sia nei contenuti. Anche i prezzi, a partire da 17.900 euro in Italia, sono competitivi. E per il momento non sono intaccati dai dazi perché, lo ricordiamo, la Spring è romena di passaporto ma costruita in Cina. Vedremo cosa succederà se e quando l’Ue li applicherà.

Primo contatto: Dacia Spring

Come cambia. In arrivo ad ottobre, la Spring restyling poggia sulla piattaforma di sempre -derivata da quella della Renault Kwid, vettura destinata a mercati come India e Brasile – ma fuori e dentro è un’auto tutta nuova. Il look si è modernizzato, con l’innesto di stilemi presi dalla Duster, mentre l’abitacolo è completamente trasformato. Beninteso, plastiche rigide rimangono all’ordine del giorno, in tutte le zone. Ma il panorama che si staglia davanti agli occupanti anteriori è tutt’altra cosa rispetto al passato: anche nei dettagli, come le bocchette d’aerazione o i comandi del clima, più piacevoli al tatto oltre che gradevoli da vedere. Sulla versione più accessoriata, la Extreme (a partire da 19.900 euro), l’infotainment è racchiuso in un touch screen da 10 pollici, funzionale anche se non sempre fulmineo nel funzionamento: ha il navigatore e replica Android Auto e Apple Carplay senza cavo. Sulla più semplice Expression, invece, tocca accontentarsi di un supporto per lo smartphone che, collegato all’auto attraverso l’app Dacia Media Control, fa le veci del tablet. Dietro al volante, c'è una nuova strumentazione digitale da 7 pollici - di serie - leggermente personalizzabile per quanto riguarda le informazioni trasmesse.

La ricarica rapida è optional. Detto che la Dacia Spring, lunga solo 3,7 metri, mantiene un bagagliaio generoso per un’auto della sua categoria – anzi lo migliora del 6%, dichiarando ora 308 litri di capacità, cui si possono aggiungere 35 di frunk (optional da 127 euro) -, è un’auto che richiede dei compromessi. Per esempio, quando si cerca la posizione di guida ideale: con il sedile regolabile in lunghezza ma non in altezza e il volante, che adesso si può muovere in senso verticale (prima era fisso), non adattabile in profondità. Le due varianti di powertrain disponibili, da 45 o 65 cavalli (a partire da 18.900 euro), montano la medesima batteria (da 26,8 kWh) ma profilano due scenari differenti per quanto riguarda la ricarica (che ora è bidirezionale, ma solo sugli allestimenti Extreme). Con la Spring meno potente ci si deve accontentare del caricabatterie di bordo di serie, da 7 kW, che fa il pieno solo in corrente alternata; la 65 cavalli, invece, prevede in opzione quello in corrente continua, che accetta fino a 30 kW di potenza. Ma si paga a parte (600 euro), al pari del cavo di ricarica domestica Mode 2 (300 euro).

Nuovo look, stesso spirito - VIDEO

Come va. Il nostro test si svolge tutto su una Extreme da 65 cavalli. Che non sono molti ma, complici la coppia subito disponibile dell’elettrico e il peso contenuto dell’auto (circa 1.060 chili in ordine di marcia), rendono la Spring piuttosto disinvolta, almeno finché si muove in ambito cittadino. Quando si preme sull’acceleratore, la risposta è dolce e per vedere i 100 all’ora sul tachimetro ci vogliono quasi 14 secondi. Poco importa: la piccola Bev della Dacia non nasce per vincere lo “sparo” con una Tesla, bensì per rendere l’elettrico alla portata di tutti. Nelle manovre è un’auto facilissima: aiutano il raggio di sterzata contenuto (4,8 metri) e il comando leggero. Tra le curve, il rollio non manca e gli inserimenti, va da sé, non sono rapidi. E in tutto ciò non guasterebbe avere uno sterzo un po’ più comunicativo. Quanto ad autonomia, però, la Spring da 65 CV promette 225 km con un ciclo di carica nel ciclo combinato (circa 300 in città) e dichiara consumi di 13,5 kWh per 100 km: valori adatti al commuting urbano. Dopo un centinaio di km ad andature prevalentemente basse, il computer di bordo riporta un valore di 13,9 kWh/100 km e un’autonomia residua di 92 km (quelli stimati in partenza, a batteria piena, erano 210). Spingendo la Spring a velocità autostradali, i consumi ovviamente si impennano ma, soprattutto, emerge una scarsa insonorizzazione: soprattutto dai rumori provenienti dalle ruote. Per il resto, questa elettrica è pronta a servire dignitosamente chi fa pochi km al giorno, facendo i conti con traffico e Ztl. A un prezzo, al momento, imbattibile.

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