Quando un’auto arriva al Centro Prove di Quattroruote, viene sottoposta anche a un accurato controllo qualità che prevede un report con ben 43 voci. Oggi vediamo nel dettaglio com’è andato l’esame della Hyundai i20.
La vettura segue l'approccio di Hyundai alla qualità, fatto di materiali semplici, design gradevole e assemblaggi curati. Il tutto senza dimenticare il contenimento dei costi di produzione. Lo si nota per esempio dalla verniciatura, che è priva di trasparente non soltanto nel vano motore, ma anche nel dorso del portellone e sulle lamiere attorno alla sua apertura; in compenso, i panelli della carrozzeria sono ben allineati, eccezion fatta per il cofano “a coperchio”.
Nell’abitacolo domina la plastica rigida, ma pure qui il montaggio è fatto con cura e, grazie anche ai comandi piacevoli da azionare, l’insieme risulta tutto sommato gradevole. Qualche minima sbavatura si nota qua e là, come le guide dei sedili prive di terminali di protezione e, nel bagagliaio, gli occhielli di fissaggio del carico solidali al piano di fondo, che è solo appoggiato: quindi sono inefficaci.
PIACE

1. Le cinture di sicurezza anteriori sono dotate della regolazione in altezza, nella sua forma più pratica: sono libere di scorrere in salita e un grosso tasto le abbassa.

2. I comandi, a partire dai tasti per temperatura e velocità del ventilatore, son ben fatti e piacevoli da azionare.
NON PIACE

1. Come al solito sulle Hyundai, la parte superiore dell’anello di guarnizione della porta è soltanto infilata in una guida saldata al telaio, da cui si può sfilare facilmente.

2. Le guide di scorrimento dei sedili sono prive dei terminali di plastica che evitano di rovinare le scarpe dei passeggeri posteriori.
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