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Renault Clio Cup
Sulle curve di Brno - VIDEO

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Quindicesimo su venti in Gara 1. E molto soddisfatto della Renault Clio Cup, che ho portato in corsa per la seconda volta, dopo l’altra, bella esperienza del Mugello, l’anno scorso. Questa volta il campionato ci ha portato in trasferta, a Brno (Repubblica Ceca), su un tracciato bello, largo e selettivo, oltre che veloce e pieno di cambi di pendenze. Un altro Mugello? Beh, una cosa diversa.

Renault Clio Cup: rivivete con noi la tappa di Brno

Concentrazione cercasi. Nei minuti che precedono la partenza, raccolgo la concentrazione. Ognuno lo fa a suo modo, da solo: io me ne sto seduto. Poco dopo arrivano i meccanici Luca Gottardello e Francesco Branchi dell’Oregon Team, e mi dicono che è ora di vestirmi. Salgo in auto e mi faccio aiutare ad allacciare le cinture. Gli specchi sono già a posto. Sono più tranquillo, ora. Interruttore generale attivato, si accende il display racing, col tasto “iniezione” si attivano le pompe della benzina e poi, col pulsante Start, si avvia il 1.6 turbo da 220 CV. Il minimo è sui 1.500 giri. Usciamo dalla pitlane per schierarci. Ultimi controlli di rito in griglia. Fa già caldo, e sono appena le nove. E dire che sabato mattina avevamo fatto le libere sotto l’acqua, al fresco, e non era andata affatto male. Dopo il giro di ricognizione, in cui cerco di scaldare al meglio le gomme slick (utilizziamo in gara quelle montate nuove davanti in prova), i commissari ci indicano con la paletta la fila giusta (la mia è l’ottava) da cui partire. Là davanti, nei primi posti, ci sono Nicola Rinaldi (Essecorse), Gustavo Sandrucci (Melatini racing), e Massimiliano Pedalà (Composit Motorsport). E le tribune cominciano a popolarsi.

Si parte! Quando si accendono le luci rosse vicino al semaforo, mancano cinque secondi al segnale di partenza: sono già in prima, col motore sui 3.500-4.000 giri. Quando si spengono insieme i semafori, si scatena l’inferno, un rombo potente riempie le tribune e parto discretamente bene. Davanti a me in tre cercano di passare in uno spazio risicato anche per due, e si “strusciano” pesantemente. Non riesco comunque ad approfittarne. Vedo con la coda dell’occhio una Clio che arriva sparata all’esterno della prima curva a destra, e chiudo decisamente all’interno. All’uscita, sul dritto, siamo tutti molto vicini. Ricordo le parole di Luca, il meccanico: «Occhio a scaldare bene le gomme dietro nei primi due giri». Ha ragione, ma qui, nella mischia, devo cercare, prima di tutto, di chiudere bene i varchi.

Intuitiva e sincera. Cerco di stare attaccato al gruppo davanti, ma sembra scivolare via, anche se di poco. Giro in 2’24” “basso”, ma non basta. La Clio viaggia alla grande, appoggia molto bene nei curvoni e mi dà confidenza, nonostante nelle prove abbiamo deciso di aprire un po’ (2 mm) la convergenza posteriore, per favorire l’inserimento in curva. Per questo avevo timore che, dietro, la vettura fosse un po’ più nervosa, ma non è stato così. La Clio Cup è rimasta molto intuitiva e sincera per tutta la gara, sempre saldamente nelle mie mani. Dopo un po’ mi passa Rinaldi, a razzo. Non faccio nemmeno resistenza. Cerco di stargli dietro, ma dopo quattro curve se ne va. Dal quinto passaggio abbasso il tempo sul giro sui 2’23” (lo leggo nel display, molto comodo), a oltre 135 orari di media: ho sempre davanti un gruppetto di scatenati, a meno di cinquanta metri. Quando esco meglio di terza dalle curve a destra che immettono sui rettilinei, con due ruote oltre il cordolo, si accende subito la seconda luce blu di cambiata sul display.

Sulle curve di Brno - VIDEO

Gestire l'avantreno. Averli a vista mi dà uno sprone, ma poi ci devi mettere la “birra” che manca. Verso fine gara, senza aver commesso grandi errori, ne faccio uno che potevo evitare: cerco di avvicinare i suddetti piloti, forzo l’ingresso nelle chicane, ridando gas troppo presto. Risultato, le gomme anteriori, sollecitate a volante ruotato, cominciano a scaldarsi sempre di più. Affiora un po’ di sottosterzo in fase di inserimento e soprattutto nei cambi di direzione. Il ritmo cala subito di qualche decimo a giro (restando sempre più rapido dei tempi delle qualifiche), e non riesco ad agganciare i miei colleghi più bravi. I quali, pur in bagarre tra di loro, un po’ – bisogna dire – si disturbano a vicenda.

Sotto la bandiera a scacchi. Curvone lungo a destra ed ecco sul dritto la bandiera a scacchi, sempre una grande emozione. Concludo i 25 minuti di gara in quindicesima posizione, con tre auto davanti a meno di quattro secondi. Nel giro di rientro mi colpisce vedere i commissari locali sbracciarsi per salutare tutti. Ricambio con gratitudine: il loro lavoro non è mai abbastanza apprezzato. Sono comunque soddisfatto del risultato. E, poi, con l’affiatamento che avevo costruito nelle prove, era difficile fare di più, senza accollarmi rischi inutili. La Clio Cup si è confermata bella, selettiva, dedicata a tutti coloro che vogliono provare l’adrenalina, favolosa, di una corsa. Ma può essere un'ottima sfida anche per chi vuole crescere e andare a limare l’ultimo secondo, insieme ai primi. Certo, per questo bisogna girare e sperimentare traiettorie, mettendosi in gioco senza remore.

Da Brno (Repubblica Ceca), Andrea Stassano

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