Di solito, in questi casi, si parla di disgrazia, di maltempo killer o di strada assassina. Noi di "Quattroruote", invece, pensiamo che in questa storia, nella storia della donna annegata in macchina a Monterotondo, alle porte di Roma, in un sottopasso allagato, l'assassino sia una persona in carne e ossa. Non sappiamo chi, se il progettista del sottopasso, il direttore dei lavori, il capo dell'ufficio tecnico dell'ente proprietario della strada, il responsabile della ditta incaricata della manutenzione o chi altro?
Però un assassino c'è. E ci piacerebbe vederlo inchiodato alle sue responsabilità. Perché, è vero che su Roma stamattina si è abbattuto un violento nubifragio. Ma che nel 2008 si muoia annegati su una strada non è da Paese civile. La procura di Roma apra velocemente un'inchiesta e sbatta in galera i responsabili della cattiva progettazione o della cattiva costruzione o dell'inesistente manutenzione o della mancata chiusura di una strada insicura. Perché di storie come questa, e come quella di Vincenzo Pozio, l'uomo di 65 anni morto in circostanze analoghe il 7 ottobre 2007 in un sottopasso dell'autostrada Napoli-Salerno, non vogliamo vederne più.
P.S. Ha ragione il Comitato per la sicurezza stradale "Fernando Paglierini" a chiedere l'istituzione del dipartimento per la Sicurezza stradale e di dare vita in tutte le province agli osservatori per la Sicurezza stradale (a patto che funzionino?). Ci si mobilita per l'allarme "maiale alla diossina", commenta l'associazione, ma "dobbiamo aspettare il morto, anzi, spesso più di uno, prima di mettere mano a errori, incurie e superficialità di altre "Autorità" preposte a garantire sicurezza sulle strade".
E voi che cosa ne pensate? Lasciate un commento cliccando sul link qui sotto.
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it