Abbandonata la sua aria da furgoncino, la nuova Agila (lunga 374 cm) si ritrova a competere tra le citycar medie, come Fiat Panda, Citroën C2, Renault Twingo e la Hyundai i10. La Agila parte con un bel vantaggio: è la prima citycar ad avere l?Esp di serie. La piccola Opel supera bene tutti i test della pista di Vairano, con ottime prestazioni.

Col 1.2 da 86 CV ha uno scatto 0-100 km/h da 12,2 secondi e una ripresa discreta (70-120 da 25,5 secondi). Sul fronte dei consumi, il quattro cilindri della Opel (di origine Suzuki) si dimostra abbastanza assetato, soprattutto in autostrada, mentre la media è di 7,6 litri/100 km.

Per un?utilitaria, però, non sono tanto le prestazioni e i numeri della pista a fare la differenza. Più di tutto, e subito dopo il prezzo, si valutano l?abitabilità e la versatilità di queste piccole "tuttofare", destinate a portare i bimbi a scuola o a fare avanti e indietro da casa a ufficio, ma pure ad affrontare qualche viaggio e a caricare piccoli o grandi oggetti.

La Agila, da questo punto di vista, parte subito bene. I suoi interni sono molto ben fatti, a partire dal comodo posto guida (con l?unica pecca del volante non regolabile in profondità), mentre è la qualità delle finiture a sorprendere appena si sale a bordo. Giapponese o tedesca che sia, la cura per i dettagli si percepisce dalle finiture, dai materiali e dagli ottimi assemblaggi.

Però ci sono un paio di note negative: il divanetto posteriore non è scorrevole e il bagagliaio è piccolo. L?Agila, nella nostra prova, non ha superato il test passeggino (eseguito con uno dei modelli più diffusi in Italia): anche ripiegato non entra nel bagagliaio, a meno di abbattere uno schienale. Problema risolto brillantemente: la Opel ha stretto un accordo con un produttore di passeggini e le clienti mamme avranno a disposizione il modello dedicato all?Agila.