"Ha stoffa, farà strada". Ecco come giudicammo nel 2002 la sport utility coreana al suo esordio. E di strada, in questi sette anni, la Sorento ne ha proprio fatta tanta, con quasi un milione di esemplari venduti. Questa seconda generazione ha l?impronta della prima, ma sotto sotto nasconde una piccola rivoluzione: l?introduzione della struttura monoscocca che, da un lato, ha consentito di ridurre il peso, dall?altro, di aumentare la rigidità complessiva incrementando il confort di marcia.

Più leggera, e si sente. Anche la guida, però, ne trae notevole beneficio da questa "cura dimagrante". Cento chili in meno (2.009 kg in condizioni di prova) sono un bel vantaggio, considerando anche l'incremento di dimensioni. Migliorano, ovviamente, le prestazioni. Ma il merito è anche del nuovo turbodiesel di 2.2 litri, che ha 30 CV in più del precedente 2.5 ed è abbinato a un automatico a sei marce senza una particolare predisposizione sportiva.

Grintosa e silenziosa. Il nuovo 4 cilindri common rail con turbo a geometria variabile può dare tanto e lo fa senza alzare troppo la voce. Al minimo si sente appena e a velocità costante gira fluido e silenzioso. Soltanto in accelerazione, nei pressi della zona rossa del contagiri, i decibel riescono a filtrare in modo significativo nell?abitacolo. A 130-140 km/h si può conversare senza alzare il tono della voce o ascoltare musica senza affaticare i timpani. Se a tutto ciò aggiungiamo anche l?importante modifica apportata alla geometria delle sospensioni, è facile capire perché è così piacevole viaggiare a bordo della Sorento.

Tutto a portata di mano. Ottima la posizione di guida, rialzata e adattabile a piacere grazie ai comandi elettrici. L?assetto non è sportivo, ma si riesce comunque ad avere una buona padronanza dei comandi. Alcuni sono sulle razze del volante, altri sulla console centrale, altri ancora a sinistra del piantone dello sterzo. Tutti, però, sono perfettamente visibili, anche di notte, e a portata di mano. Premuto il tasto Start, si va via morbidi, ma non fluidi come con altre trasmissioni automatiche, perché le cambiate sono comunque percettibili, sebbene attuate con dolcezza.

Offroad addio. Lo sterzo è senz?altro più diretto, ma non riesce comunque a dare quell?immediatezza di risposta che si desidererebbe, complici le gomme barra 60 da 18" e il baricentro alto della vettura. Ne deriva una scarsa agilità sul misto veloce. Malgrado le dimensioni, invece, se la cava abbastanza bene nel traffico cittadino, favorita dalla buona visuale e soprattutto dalla leggerezza dello sterzo. La versatilità della Sorento, comunque, emerge grazie alla trazione integrale: pur rinunciando a ridotte e blocco del differenziale posteriore, conserva una discreta efficacia sui terreni a bassa aderenza. Con la nuova impostazione, però, l?auto perde definitivamente la vocazione fuoristradistica. In alcune situazioni critiche può comunque far conto, oltre che sul blocco della frizione multidisco centrale, su moderni dispositivi di assistenza alla guida come l?aiuto nelle ripartenze in salita.

Meno assetata, ma il prezzo... Un dato è certo: la nuova Sorento "beve" molto meno della precedente versione, soprattutto a velocità costante in autostrada (11 km/litro). Bisogna però farne parecchia, di strada, per recuperare l?aumento del prezzo chiavi in mano (quasi 2.500 euro a pari allestimento) della Sorento di nuova generazione. Va detto che l?equipaggiamento di serie è davvero completo, ma, con i sette posti e il colore metallizzato si sfiorano ormai i 40.000 euro. Una bella cifra. Un ulteriore segno che la sport utility coreana non ha più alcun complesso d?inferiorità, anche nei confronti delle rivali più blasonate.