Bentayga
e aggiornare le tradizioni, senza snaturarle. La Bentley si è basata sulla piattaforma da cui è nata
anche l'Audi Q7, con la quale quindi condivide varie componenti. Debutta l'impianto elettrico a 48 Volt, che alimenta le barre antirollio attive (optional) ad azionamento elettrico. In curva, la parte collegata alla ruota esterna viene abbassata, mentre quella del lato opposto si alza, contrastando efficacemente
il coricamento della vettura. Il motore è un W12: comprende due bancate di sei cilindri a V stretto ed è caratterizzato dalla doppia iniezione (diretta e indiretta) per ottimizzare l'erogazione di potenza e le emissioni, dalla sovralimentazione con due turbo twin scroll e dalla possibilità di disattivare sei dei dodici cilindri quando si viaggia ai bassi carichi e regimi, aumentando il rendimento. Il sistema funziona dalla terza all'ottava marcia, a regimi inferiori a 3.000 giri e fino a 300 Nm di coppia erogata, tenendo chiuse le valvole e disabilitando accensione e iniezione dei cilindri corrispondenti. Davanti c'è spazio a volontà e pure dietro non è male. Viste le dimensioni, però, le gambe dei passeggeri posteriori avrebbero meritato più agio. L'abitacolo è pieno di fascino, ma dal punto di vista ergonomico non segna nuovi standard. La strumentazione è un mix tra classicità e modernità. Le finiture sono ben fatte ed è lussuosa come soltanto le inglesi aristocratiche sanno essere. Il vano bagagli è importante, senza dubbio, più per la versatilità dei sedili scorrevoli che per la capacità di base, non proprio eccelsa. La visibilità è buona quando si è in marcia, grazie anche alla posizione rialzata e ai montanti non troppo massicci, mentre nelle manovre e in retromarcia, ci si aiuta con l'elettronica. La dotazione è già di serie molto ricca, ma quando si varca la soglia delle personalizzazioni, si entra in un territorio sterminato dove tutto (o quasi) è possibile.
Come va. Gradevole, piacevole, capace di muoversi con una scioltezza che fa dimenticare, almeno in parte, la mole. Tutto bene nelle manovre d'emergenza. A livello di confort, si è molto ben isolati dal mondo esterno, con le sospensioni che filtrano le brutture della strada e una silenziosità di altissimo livello. Lo sterzo ha tutto quel che serve su un'auto del genere, con un buon mix tra prontezza, precisione e progressività. Gradevole la leggerezza a bassa velocità. L'impianto frenante tiene a bada la massa sostanziosa di questa Bentley, un'impresa non semplice. Non a caso, non è certo l'aspetto più esaltante della vettura. Il cambio è l'ormai onnipresente otto marce con convertitore, che ripropone le sue ottime doti: veloce, morbido, efficace in tutte le situazioni.
Pregi. Confort, finiture, stile: qui tutto concorre a trasformare un semplice viaggio in qualcosa di assolutamente peculiare. Il suo dodici cilindri è notevolissimo: aristocraticamente morbido, ma capace d'imprimere accelerazioni straordinarie.
Difetti. I quattro dischi tengono a bada i suoi 2.573 kg, ma la sensazione è che non siano certo sovradimensionati. L'impianto multimediale si gestisce attraverso un touchscreen ormai superato. Niente da dire sui tablet posteriori, invece, che sono moderni e ben fatti.