Dopo il test della "1.5 dCi", è venuto il momento di dare i voti alla versione a gasolio più potente della famiglia "Mégane", quella equipaggiata dal "1900" da 88 kW-120 CV (270 Nm di coppia a 2000 giri), abbinato al cambio manuale a sei marce.

La posizione di guida è normale, l'aggiustamento del sedile ottenuto per mezzo di piccole maniglie sul davanti, comodo. Il volante, come su altre vetture col marchio a losanga, è di un paio di gradi troppo inclinato sull'orizzontale, ma senza alcun effetto negativo sul confort.

Da segnalare la funzione "Easy Access II", che permette di avviare il motore e anche aprire o chiudere le porte senza estrarre dalla tasca la chiave, che in realtà sembra una carta di credito un po' ingrassata. Si preme un pulsante e il possente diesel si scrolla e inizia a "ronfare" con un rumore ovattato, che si infiltra con moderazione nell'abitacolo.

In prima, seconda e terza si avverte una progressione quasi da sportiva, poi i rapporti si allungano: la quarta sembra fatta apposta per viaggiare in città quando il traffico scorre, la quinta è la regina delle statali, la sesta, lunghissima, fa riposare il motore e risparmiare gasolio in autostrada.

Proprio sui consumi, però, abbiamo avuto una piccola sorpresa: vista la tradizionale parsimonia dei motori "dCi", ci aspettavamo percorrenze autostradali nell'ordine almeno dei 15 km/litro a 130 all'ora, mentre i nostri strumenti si sono fermati a 13,7 chilometri per ogni litro di gasolio.