Chi l’ha visto?
Una serie ininterrotta di figuracce: dalla tassa sulla Panda, poi ritirata a furor di popolo, all’esclusione (per dimenticanza!) delle Euro 0 dal bonus rottamazione; dall’ecotassa sulle auto usate e d’interesse storico ad alte emissioni all’incentivo all’acquisto di macchine da 60 mila euro, che chi può permettersele non ha bisogno, in genere, dell’aiutino statale (e non ha nemmeno vecchie macchine da rottamare).
Cento giorni non bastano. Ma la cosa più incredibile è che a cento giorni, domani, dall’accordo sull’emendamento ecobonus/ecotassa alla legge di bilancio, era il 18 dicembre 2018, di quell’incentivo si sono perse completamente le tracce nelle stanze del governo. Al punto che più d’uno, anche tra gli addetti ai lavori, dubita che lo vogliano veramente attivare. Il decreto del ministero dello Sviluppo economico che dovrebbe disciplinarne l’erogazione avrebbe dovuto essere emanato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, cioè entro il 2 marzo. Un tempo che a dicembre era parso fin troppo lungo, ma che si è rivelato drammaticamente insufficiente al titolare del dicastero di via Veneto e ai suoi dirigenti.
Impossibile prenotare. Di più. A oggi non è pronta nemmeno la piattaforma web che dovrebbe consentire ai concessionari di prenotare il contributo statale (che va necessariamente prenotato, visto che per sostenere la diffusione delle macchine elettriche e ibride sono stati stanziati solo 60 milioni di euro a esaurimento). Insomma, un pasticcio senza precedenti: un ecobonus che per legge deve essere concesso, ma che di fatto non può esserlo, Case che non sanno più cosa dire ai propri concessionari, concessionari costretti a rimandare a casa i propri clienti (un inedito planetario) e clienti che, giustamente, non si fidano più dello Stato, quello stesso Stato che, invece, sulle istruzioni per il pagamento dell’ecotassa non ha ritardato un giorno. Che dire? Una strategia perfetta per disincentivare l’acquisto di auto a basse emissioni, altro che bonus.
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