Si chiama Sergio e nasce su meccanica Ferrari: più Pininfarina di così non si può. Al Salone di Ginevra, la storica carrozzeria torinese presenta una concept car con le forme di una barchetta biposto, celebrando da un lato il contributo determinante dato al fascino delle auto del Cavallino, e concretizzando d'altro canto l'idea per una vettura dalle forme estreme e dalla grande esclusività.
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Sotto c'è la 458 Spider. Realizzata sulla base della 458 Spider, di cui mantiene passo e carreggiate, la Sergio eredita così la tradizione della Mythos del 1989 e della Rossa del 2000, altri prototipi di Pininfarina realizzati sulla base di modelli Ferrari. D'altro canto, la memoria va anche a quelle one-off scoperte come la Testarossa Spider di Gianni Agnelli del 1987 e la F360 Modena Barchetta del 2000 di Montezemolo.
Produzione in piccola serie virtualmente possibile. È proprio sotto questa luce che va vista la Sergio: la parentela tecnica con la 458 Spider la rende più una possibile fuoriserie, che una mera show-car, come specifica la Casa. A confermarlo, gli interni, che al di là dell'allestimento estetico specifico, ricalcano la struttura di quelli della Spider. Da notare i poggiatesta sospesi, solidali al roll-bar, e non al corpo dei sedili, e i due caschi in dotazione: disegnati da Pininfarina, riprendono il rosso degli esterni.
Citazioni colte. La barchetta di Pininfarina, caratterizzata da una grande cura aerodinamica, gioca con la tradizione nel frontale, dove balza subito agli occhi la palese citazione della Dino Berlinetta Speciale, prototipo del 1965 dall'inconfondibile trasparente singolo, che collegava i gruppi ottici. Una soluzione ripresa in chiave moderna dalla Sergio, che si ricollega al prototipo degli anni '60 anche nella tonalità del rosso.
Aerodinamica a tutto tondo. La nuova carrozzeria, interamente in fibra di carbonio, è stata disegnata nella galleria del vento di Grugliasco e offre un risparmio di peso pari al 10% rispetto a quella in alluminio della 458 Spider, nei confronti della quale è aumentata anche la rigidtà torsionale. Dotata di cerchi da 21" con attacco monodado e portiere che si aprono verso l'alto con un angolo di 45°, la Sergio, riesce a offrire protezione aerodinamica ai passeggeri grazie alla presenza del cosiddetto parabrezza virtuale.
Il parabrezza virtuale. Pur priva di superfici in vetro, la barchetta ha un profilo deviatore inserito nella parte di carrozzeria antistante l'abitacolo che devia il flusso d'aria al di sopra della testa degli occupanti, al di sotto dei 50 km/h. Come molte altre parti della vettura, tra cui il roll-bar, anche il parabrezza virtuale svolge una funzione aerodinamica, aumentando il carico aerodinamico sull'asse anteriore.
Carta d'identità. Le ultime note, le dedichiamo ai numeri: lunga 455 cm, larga 194 e alta 114, la Sergio pesa 1.280 kg, 150 in meno rispetto al modello Ferrari da cui deriva. La sua velocità massima è di circa 320 km/h, mentre lo 0-100 km/h viene coperto in 3,4 s.
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