Gli incentivi statali non basteranno
Gli incentivi per biciclette e monopattini elettrici non basteranno. E se il parlamento non aumenterà la cifra stanziata dal governo, pari a 120 milioni di euro, molti di coloro che in queste settimane hanno comprato un mezzo confidando nel bonus dello Stato resteranno a bocca asciutta. “In un mese le vendite sono quasi raddoppiate. Sono state vendute dalle 500 alle 600 mila biciclette, in tutta Italia. Con un prezzo medio di circa 380 euro”, ha dichiarato il 4 giugno scorso Piero Nigrelli direttore del settore ciclo di Ancma, l’associazione nazionale di Confindustria che raggruppa le aziende delle due ruote. Con un prezzo medio di vendita di 380 euro, il bonus medio, pari al 60%, nel limite massimo di 500 euro, ammonterebbe dunque a 228 euro. Moltiplicando questa cifra per il numero più basso dichiarato da Nigrelli si arriva a 114 milioni di euro, una cifra vicinissima a quella prevista dal cosiddetto decreto rilancio. Ma se invece le vendite fossero 600 mila, si sfiorerebbero i 140 milioni. Al netto dei monopattini elettrici e delle vendite successive al 4 giugno.
I fondi non basteranno per tutti. Insomma, i soldi non basteranno. E siccome, incredibilmente, ai fini del bonus non fa fede la data di acquisto bensì la presentazione della domanda, si sta andando dritti verso il temuto click day, il giorno in cui il ministero dell’ambiente metterà finalmente a disposizione la piattaforma online che consentirà, previa registrazione, di ottenere il bonus sotto forma di rimborso sul proprio conto corrente. Con due conseguenze: da un lato la “tenuta” del sito all’assalto contemporaneo di alcune centinaia di migliaia di utenti; dall'altro l’esclusione di molte persone che, invece, hanno effettuato l’acquisto esclusivamente sulla spinta della "carota" governativa. E che, forse, se avessero saputo dell’aleatorietà del meccanismo, vi avrebbero rinunciato. L’ennesima brutta figura di una classe politica approssimativa e spesso scollegata dalla realtà. Politica che però è ancora in tempo a metterci una pezza, durante l’esame in parlamento del cosiddetto decreto rilancio, aumentando adeguatamente la somma stanziata.
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