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Gelo a Chicago
"Tesla morte ai Supercharger": le ipotesi sui malfunzionamenti virali

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L’ondata di gelo che in questi giorni sta colpendo la città di Chicago (con tempature minime rilevate di -19°, percepite anche come -30° per via del vento forte) sta dando parecchi grattacapi a tanti proprietari di Tesla, che non riescono a ricaricare le proprie auto ai Supercharger. Di più: i media locali, con un certo gusto per il colore, parlano persino di "cimiteri di elettriche", immobili alle colonnine perché impossibilitate a ricaricare. Ma è davvero così? In rete, questo va detto, si trovano numerosi video, servizi e resoconti che mostrano persone effettivamente in difficoltà, se non addirittura costrette a far rimorchiare la propria vettura presso il Tesla Center più vicino. E c'è pure chi si è messo a monitorare l'afflusso in tempo reale ai Supercharger, rilevando "intasamenti" dovuti alle auto che non riescono a ripartire dopo essere state collegate alle colonnine. Il fenomeno suscita curiosità, anche perché le Bev di Elon Musk sono le auto più vendute in Paesi molto più freddi come la Norvegia, dove il gelo è la norma. E dunque, cosa succede? Proviamo a fare un po' di chiarezza su quello che sta avvenendo a Chicago e a spiegare le possibili ragioni di questi inconvenienti.

Supercharger in tilt. L'ipotesi più accreditata, anche dalle analisi delle ultime ore, è che molti stalli di ricarica semplicemente non funzionino, o abbiano problemi di erogazione di corrente a temperature così basse, ovvero dai -20° in giù. Alcuni utenti riferiscono di due, tre prese funzionanti in un intero hub di Supercharger. Una possibile spiegazione per questo problema è che le colonnine usate negli Stati Uniti siano meno equipaggiate per affrontare ondate di gelo intenso rispetto a quelle installate in paesi più freddi come la citata Norvegia.

Cavi abbandonati. Alcuni proprietari riferiscono di cavi di ricarica staccati e lasciati nella neve, dove ghiacciano e non funzionano quando vengono collegati all’auto. La pratica di lasciare il cavo a terra, invece che correttamente inserito nel Supercharger, è anche un modo per segnalare ad altri utenti l’indisponibilità di una colonnina, ma che in questo caso rischia di scatenare un circolo vizioso: chi non vede partire la carica, magari perché la batteria è fredda, può essere indotto a pensare che la colonnina sia guasta, e lascia quindi per terra il cavo, facendogli un danno.

Problemi alla rete elettrica. Le condizioni eccezionalmente fredde di questi giorni potrebbero portare a interruzioni - anche temporanee - a livello di rete elettrica, con una conseguente indisponibilità del servizio dei Supercharger. Le reti ad alta tensione degli Stati Uniti non sono nuove a problemi di tenuta, che il gelo rischia di accentuare.

"Tesla morte ai Supercharger": le ipotesi sui malfunzionamenti virali

Consumi "impazziti". Le auto elettriche consumano di più quando fa freddo, per tenere l'abitacolo caldo e la batteria alla corretta temperatura d'esercizio, a maggior ragione se le temperature sono ben al di sotto dello zero. Un limite di cui tener conto, che può portare anche a dimezzare l'autonomia, e che se sottovalutato rischia di lasciare a piedi gli automobilisti più incauti, che si mettono in macchina pensando di poter coprire una distanza superiore a quella effettivamente percorribile dall'auto.

Il preriscaldamento. Anche per via dei maggiori consumi in condizioni di grande freddo, la ricarica ad alta potenza dei Supercharger potrebbe non partire proprio perché le auto arrivano con una riserva di corrente non sufficiente a far partire il preriscaldamento della batteria. In questo caso, per evitare ulteriori danni, il software dell'auto inibisce il processo di ricarica a freddo. Ricordiamo che le Tesla preriscaldano sempre la batteria, a patto che ci sia sufficiente carica e solo se viene impostato un Supercharger come destinazione nel navigatore di bordo. Diversamente, se non ci si avvale di questo sistema (anche per abitudine se la stazione è quella in cui ci si reca di solito), la batteria non viene preriscaldata. E non è previsto - come su modelli di altri costruttori - un comando manuale per attivare il preriscaldamento.

Sempre pronti. Che le auto (elettriche ed endotermiche) soffrano con le temperature estreme non è cosa che si scopre oggi. Mai come in queste occasioni è importante non sottovalutare le condizioni meteo in cui ci si mette al volante, e sapere cosa aspettarsi per affrontare al meglio i problemi. Una lezione che i proprietari delle Tesla di Chicago stanno imparando a loro spese in questi giorni.

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