Una settimana con la 1.0 EcoBoost 125 CV Titanium
L’offerta delle Ford sulle Suv, ormai, è completa e ben articolata con l’arrivo della Edge nel segmento superiore e con gli aggiornamenti fatti alla EcoSport, che questa settimana è la protagonista del nostro Diario di bordo. Lunga poco più di 4 metri, larga 1,77 e alta 1,67, la piccola Suv della Casa americana è disponibile sul nostro mercato in quattro allestimenti (Plus, Titanium, Business e Titanium S), con prezzi compresi fra 18.750 e 23.000 euro. La gamma dei motori include il 1.0 EcoBoost a benzina da 125 CV (protagonista del nostro Diario), disponibile anche nella versione da 140 CV, il 1.5 110 CV (l'unico abbinabile anche alla trasmissione automatica) e il 1.5 TDCi da 95 CV. Il cambio è il manuale a cinque marce o il Powershift a sei rapporti.
Day 1. Da scoprire insieme c’è la versione da un litro a tre cilindri turbobenzina e 125 CV di un bel colore rosso (Mars Red, 900 euro). A proposito di colori, curiosamente l’unica tinta che non ha nessun sovrapprezzo è uno squillante giallo quasi fluo che la rende assolutamente personale. La EcoSport ha una gamma di tre motori, ma il più interessante è senz’altro il piccolo 1.0 turbo, che per molti anni è stato premiato come uno dei più brillanti ed economici nella gestione. In realtà, con i suoi 125 CV, invita anche a guidare allegramente; i viaggiatori a lungo raggio possono sempre optare per il diesel 1.500 da 95 CV, che non costa molto di più, solo 1.000 euro al netto delle promozioni. A proposito di queste, fino alla fine di settembre vale la pena di farsi un giro in concessionaria, perché la versione più economica ha quasi 4.000 euro di sconto. Ma che cos’è esattamente una EcoSport? Una Fiesta sui trampoli? Sì e no. Costruita in Brasile e in India (con una opzione per il 2017 in Romania), ha le qualità di una piccola Suv molto compatta, visto che la lunghezza fuori tutto è di 4 metri e il posto di guida è più alto rispetto al suolo del 20% rispetto a una Fiesta. Nelle prime versioni arrivate in Italia, la nota estetica più rilevante era la ruota di scorta sul portellone, che la faceva sembrare una vera fuoristrada votata all’avventura. In seguito, questa appendice è stata eliminata (si può avere però a richiesta) migliorando la percezione dell’ingombro, ma perdendo la possibilità di avere una vera ruota di scorta (nel ripiano sotto il bagagliaio ci sta solo un kit di riparazione). Se il posto guida è più alto da terra, gl’interni sono invece "clonati" dalla Fiesta, quindi un po’ datati, specie nella parte della console centrale e nella head unit. Ne riparliamo domani. Carlo Bellati, redazione WebTV
Day 2. La Ford EcoSport che abbiamo in prova questa settimana non passa certo inosservata, grazie alle sua altezza da terra (il sedile 11 cm più alto rispetto al suolo di una Fiesta) e al color rosso/arancione, non esattamente sobrio. Anche se, personalmente, preferisco le tinte vivaci ai classici grigio, bianco o nero e poi mi piace molto guidare in posizione rialzata, soprattutto nel traffico cittadino. La giusta posizione di guida si trova facilmente, quindi si sale in auto e si parte. A meno che non vogliate collegare il telefono al Bluetooth di bordo, allora potrebbe volerci un po’ di più. Il sistema Sync, infatti, è datato e poco intuitivo, lo schermo è piccolo, incassato in fondo alla plancia e ci sono troppi tasti. Per capirne il funzionamento e portare a termine la connessione ci sono voluti più di cinque minuti. Nella guida la EcoSport risulta un po’ pesante, a partire dalla frizione. Il motore però ha una buona ripresa, cosa che permette di non dover ricorrere ogni momento al cambio, anche se i consumi sono un po’ troppo elevati. La visibilità posteriore non è delle migliori e questo pure per via delle dimensioni del lunotto posteriore e dei montanti ingombranti. Per parcheggiare bisogna prendere bene le misure, così diventano preziosissimi i sensori posteriori. L’apertura del portellone è rimasta la medesima del vecchio modello, che aveva la ruota di scorta esterna (ora disponibile in opzione), ovvero è incernierata a sinistra, e questo fa sì che le operazioni di carico e scarico siano un po’complesse, soprattutto se qualcuno ha parcheggiato dietro di noi. Inoltre, il pistoncino che favorisce l’apertura del portellone non è così leggero in chiusura e questo non aiuta se si hanno in mano borse o scatoloni. Nel complesso, la EcoSport è risultata abbastanza piacevole da guidare, anche se avrebbe bisogno di qualche aggiornamento. Francesca Galbiati, redazione WebTV
Day 3. Avere o essere? La Ford EcoSport risponde al dilemma esistenziale sollevato da Erich Fromm puntando decisamente sulla seconda filosofia. Nata per i mercati emergenti, la crossover dell’Ovale Blu nel 2015 ha subito alcuni aggiornamenti che l’hanno resa un po’ più appetibile al pubblico del Vecchio Continente. A partire dalla “perdita” della ruota di scorta esterna (si può avere comunque come optional con 250 euro) posizionata nel portellone posteriore che ne ha alleggerito complessivamente la linea, contenendo la lunghezza a quattro metri. Nell’abitacolo quel che si apprezza sono gli ampi spazi a disposizione di guidatore e passeggeri, compresi quelli del divanetto posteriore, sebbene materiali e finiture non siano esaltanti. Le plastiche sono piuttosto dure, i sedili di pelle e tessuto poco “emozionali” e il sistema multimediale Sync un po’ datato e poco intuitivo. Ma d’altra parte, la EcoSport concede poco ai fronzoli, tutta impegnata nel suo ruolo principale, quello di compassata macina-chilometri autostradale oppure di cittadina tuttofare. Merito anche del 1.0 Ecoboost da 125 CV che non ha certo vocazioni sportive, ma consente viaggi tranquilli, pur con una scarsa insonorizzazione e con qualche fruscio aerodinamico di troppo. E per quanto riguarda il prezzo? Quella in nostro possesso era una Ford EcoSport in allestimento Titanium, carrozzeria in tinta Mars Red (tra l’altro l’unica che costa 900 euro, mentre gli altri metallizzati sono proposti a 600 euro, il pastello Bianco Diamond a 400 e il Bright Yellow senza sovrapprezzo) con tre dotazioni opzionali, sensori di parcheggio, visibility pack (fari automatici, sensore pioggia, retrovisore interno foto-cromatico e cruise control) e Sync con Applink, proposti a 250 euro ciascuno: il costo di listino della vettura così configurata è di 21.900 euro, anche se online viene proposta promozionalmente a 18.100 euro. Roberto Barone, redazione Internet
Day 4. Torno al volante della EcoSport dopo un po’ di tempo e ritrovo l’ambiente familiare che sembra preso pari pari dalla Fiesta. In realtà, a parte gli ovvi adattamenti per le diverse proporzioni del corpo vettura, cambiano anche i materiali: qui la plancia è tutta di plastica rigida e l’assemblaggio non è altrettanto curato come sulla compatta. Sarà che questa crossover viene da lontano, e più precisamente dallo stabilimento di Chennai, in India, comunque s’avverte che lo standard di finitura è un pelino al di sotto di quello delle Ford “made in Europe”. Lo noto anche da un dettaglio: mancano le maniglie di appiglio sul padiglione e, di conseguenza, anche il gancio per la giacca, che devo così appoggiare sul sedile posteriore. Avviato il tre cilindri EcoBoost e azzerato il computer di bordo, ingrano la prima (scoprendo che la frizione non è proprio una piuma) e parto, destinazione supermercato, a un paio di chilometri. Fatta la spesa, ho un attimo di difficoltà: cerco il pulsante di sblocco del portellone sopra la targa, come al solito, ma qui lo sportello è incernierato sul lato sinistro e non in alto, quindi la maniglia è ricavata nel fanale destro. Il vano bagagli, però, si scopre completamente e rivela una soglia d’accesso molto bassa, che facilita il carico delle pesanti borse della spesa. Ripartito, imbocco la tangenziale e allungo in terza nella corsia di accelerazione: la progressione è vivace e l’ottimo mille turbo Ford allunga con un certo brio, restando sempre regolare e silenzioso. E in autostrada a 130 km/h viaggia sui 3.300 giri quasi senza farsi notare, coperto dai rumori aerodinamici e di rotolamento, peraltro contenuti. Di fatto, se si sta sotto questo regime, anche un orecchio attento fatica a capire che nel cofano si agita un tre cilindri e non il solito quattro. I pochi chilometri che mi separano dalla destinazione filano via lisci, solo lo sterzo, pronto ma poco progressivo, non soddisfa del tutto; all’arrivo, il computer di bordo indica un consumo medio di 7,4 litri/100 km (ma il mio piede non è stato sempre leggero). Roberto Boni, redazione prove/tecnica
Day 5. Dirò subito perché l’EcoSport mi piace: è spigliata, di “umili origini”, ma fatta abbastanza bene per i miei gusti, robusta come devono essere le auto progettate per i mercati emergenti (nel suo caso, il Sud America). Alla Ford hanno saputo trasformarla quanto basta per renderla appetibile anche dalle nostre parti, e così di recente le è sparita l’ingombrante ruota appesa al portellone, e dentro è migliorata un pochino, ma di pecche, qua e là, ce ne sono. Quelle che mi danno più fastidio? Diciamo subito che sulla plastica dura della plancia ci passo sopra senza scandalizzarmi, mentre non mi piacciono i vecchi tastini obliqui della radio e soprattutto detesto l’aletta parasole per me inutilizzabile: pur con il sedile tutto giù, se la rovescio non sta ben fissa e accostata al parabrezza, ma ricasca di qualche centimetro e mi finisce davanti agli occhi. Morale: se proprio devo evitare i raggi del sole, devo ricorrere all’altezza del sedile e guidare più in alto di quanto vorrei. Del display di soli 4" leggermente infossato c’è poco da dire: è il vecchio sistema delle Ford di qualche anno fa e andrebbe aggiornato, ma per ora bisogna accontentarsi. La conferma migliore arriva dal motore: in occasione della prima prova (su Quattroruote di giugno 2014), l'avevamo già provata con il tre cilindri 1.0 EcoBoost, equilibrato e silenzioso, perfettamente in grado di spingere anche una vettura con queste caratteristiche. Con i suoi 125 CV, l'EcoSport non è certo un fulmine, però si rivela discretamente agile e dotata di un buono spunto. La frizione non è leggerissima per essere un’auto a benzina, comunque risulta ben modulabile e non troppo stancante, mentre il cambio, manuale a cinque marce, è privo di impuntamenti, ma un pochino gommoso negli innesti. In generale, è meglio guidare rilassati e non chiedere troppo, perché la sportività non è il suo forte. In compenso, grazie alle misure ultracompatte e all’altezza del posto di guida, si scopre che può essere davvero un’auto da città ideale. Resta un’ultima pecca, questa per me davvero “pesante”, ma forse non per tutti: il portellone incernierato lateralmente (retaggio di quando la pesante ruota di scorta escludeva un portellone ad alzata verticale) ingombra parecchio allungando lo spazio di parcheggio di un metro e per di più è tutt’altro che intuitivo. Per carità, il padrone dell’auto impara tutti i trucchi e va a memoria su eventuali apri-serbatoio o regolazioni luminosità, ma un “novizio” o un ospite a bordo potrebbe trovarsi in difficoltà. Il tastino di sblocco è camuffato nel faro posteriore destro. Basta saperlo. Andrea Sansovini, redazione Prove su strada
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