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Diario di bordo

Mercedes-Benz Classe B
Una settimana con la 180 Automatic Sport Plus

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La protagonista del Diario di Bordo di questa settimana è la Mercedes-Benz Classe B nella versione 180 Automatic Sport Plus. L'allestimento è tra i più completi della gamma, mentre il propulsore è il nuovo 1.3 turbobenzina frutto delle sinergie tra il gruppo Daimler e l'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Il quattro cilindri eroga 136 CV e 200 Nm e si abbina a un cambio automatico doppia frizione a sette rapporti e alla trazione anteriore: la Casa dichiara uno 0-100 km/h in nove secondi e una velocità massima di 212 km/h, a fronte di un consumo medio di 5,4 l/100 km nel misto con 125 g/km di emissioni di CO2. La monovolume derivata dalla nuova Classe A è lunga quattro metri e 42 cm, larga 180 cm e alta 156: il passo di 2,73 metri garantisce una buona abitabilità interna e consente di avere un bagagliaio con una volumetria minima di 455 litri, ampliabile fino a 1.540 litri abbattendo gli schienali dei sedili posteriori. Il listino della Classe B parte da 25.552 euro, ma per la B 180 Automatic si sale a 27.702 euro. Nel caso della Sport Plus, il prezzo d'attacco è 29.498 euro: l'allestimento propone di serie dotazioni come l'infotainment MBux con radio DAB, connessione Lte e compatibilità con Android Auto e Apple CarPlay, la retrocamera, l'assistente al parcheggio, la frenata automatica d'emergenza, il climatizzatore automatico, gli specchietti esterni ripiegabili elettricamente, i cristalli posteriori oscurati e i cerchi di lega da 17". L'esemplare utilizzato per il diario è caratterizzato dalla tinta Grigio Montagna (719 euro): sono inoltre presenti il secondo display da 10,25" (549 euro), il Pacchetto Tech (2.240 euro) con navigatore con aggiornamenti live sul traffico e schermo centrale da 10,25", il sistema MBux con realtà aumentata (305 euro), i fari Multibeam Led (512 euro), l'head-up display a colori (1.207 euro), la predisposizione chiave digitale per smartphone (122 euro), il caricatore wireless per smartphone (244 euro), il pacchetto Night (976 euro) con finiture in nero lucido per i dettagli esterni, asse posteriore multilink e cerchi da 18" e i sedili con rivestimento Artico nero (176 euro) con supporto lombare regolabile (189 euro). Non mancano, infine, sistemi di sicurezza e di assistenza alla guida come il cruise control adattivo, il mantenimento della traiettoria e il Blind Spot Assist.

Una settimana con la 180 Automatic Sport Plus

Predilige le andature tranquille [Day 1]. Il mio primo contatto con l'ultima piattaforma a trazione anteriore della Mercedes, la Mfa, risale al 2011, quando la Stella lanciò la seconda serie della Classe B, capostipite di una nuova era di modelli tuttoavanti. Ora, a otto anni di distanza, è arrivato il momento di una nuova generazione, sempre basata sulla Modular Front wheel drive Architecture. Nonostante la base comune, le differenze generazionali sono decisamente nette. Tanto dal punto di vista estetico, quanto per la tecnologia di bordo. E sulle nuove compatte di Stoccarda l'hi-tech fa rima con MBux. Il sistema multimediale con doppio schermo, infatti, ha debuttato proprio sulle piccole della Stella ed è presente di serie anche sulla B. L'effetto scenico è notevole: nonostante la loro semplicità, i due display da 10,25" portano una ventata di modernità nell'abitacolo e tornano utili per tenere d'occhio tutte le informazioni sulla guida. I dati visualizzabili sono davvero tanti, forse troppi e, a mio avviso, in alcuni frangenti (per esempio, in coda) possono distrarre un po'. Sulla monovolume del Diario sono però presenti anche moderni Adas e sistemi di sicurezza, compresi il mantenimento della traiettoria e il cruise control adattivo che, insieme, consentono alla vettura di seguire il flusso del traffico alle basse velocità. Il loro funzionamento è preciso e puntuale, anche nelle situazioni più caotiche dell'ora di punta, e azionarli non è per nulla difficile: basta utilizzare i tasti sulla razza sinistra del volante, a fianco dei (comodi) comandi touch. Passando alla dinamica, invece, questa Classe B offre una posizione di guida comoda e piuttosto rialzata, abbinata a un baricentro non propriamente basso. In curva la tedesca, anche per merito dell'asse posteriore multilink (non presente su tutte le versioni), risulta stabile e piacevole da guidare: lo sterzo è molto progressivo e denota un carico ben rapportato al variare delle velocità. Il nuovo 1.3 turbobenzina sfodera un bel carattere nella prima parte del contagiri e risulta adeguato per questa tipologia di vettura, che predilige andature tranquille anche per via di un cambio automatico non sempre fulmineo nella risposta (soprattutto quando si usano i paddle). Mirco Magni, redazione Online

Una settimana con la 180 Automatic Sport Plus

Un'app per la gestione da remoto [Day 2]. Quando mi avvicino alla Classe B con le chiavi in tasca e faccio per aprire la porta, rimango spiazzato: la Mercedes non ha l'accesso keyless. O meglio, non quello che si intende normalmente. Non me lo sarei mai aspettato: non solo perché parliamo di un brand premium, ma anche perché, col sistema MBux (ma non solo), questa vettura si posiziona al vertice delle dotazioni tecnologiche di bordo. La spiegazione la trovo "sfogliando" la lista degli optional: la predisposizione per la chiave digitale consente, scaricando l'app Mercedes Me, di gestire diverse funzioni mediante lo smartphone. Tra queste, troviamo l'apertura e la chiusura delle porte da remoto, il controllo dello stato della batteria, del livello del liquido di raffeddamento e così via. Per quanto riguarda il sistema d'infotainment, è difficile trovare difetti al MBux, gestibile tramite i comandi vocali o con l'ampio touchpad di ultima generazione. A voler essere pignoli, quest'ultimo risulta un po' troppo sensibile negli spostamenti del cursore e, in alcuni casi, l'accesso ai vari menù non è così fulmineo. Ma si tratta proprio minuzie, perché poi il passaggio tra le diverse funzioni risulta davvero semplice e intuitivo, oltre che graficamente appagante. E, in ogni caso, per gli amanti del rétro, sia sopra sia attorno al touchpad ci sono una serie di tasti fisici per l'accesso diretto alle varie opzioni, compreso il Dynamic select. Quest'ultimo agisce su motore, cambio, assetto o sterzo secondo tre modalità preimpostate (Sport, Comfort ed Eco), a cui se ne aggiunge una quarta (Individual) che permette di personalizzare i parametri. Per lasciar spazio a tutto, in pieno stile americano la leva del cambio automatico è stata spostata di fianco al volante: una scelta che potrebbe disorientare, ma che alla fine si rivela pratica e di facile utilizzo. Menzione d'onore, infine, per l'head-up display, che alle funzioni classiche (velocità ed eventuali limiti) aggiunge anche la proiezione dei sensori parcheggio in manovra. A questo proposito, ho trovato davvero comoda la possibilità d'impostare la visuale della retrocamera (inclusa quella grandangolare), dotata di linee guida dinamiche e di sensori anteriori e posteriori. Alessandro Carcano, redazione Mercato

Una settimana con la 180 Automatic Sport Plus

Istruzioni per l'uso [Day 3]. Sono diventato vecchio? È la prima cosa che mi viene da pensare dopo aver percorso pochi chilometri con la Classe B. D’accordo, un po’ lo sono diventato, è una questione di anagrafe che non si discute. Però non al punto di trovarmi a disagio quando mi siedo al posto guida di un’auto mai provata in precedenza così come mi accade con questo modello. Stento a trovare anche i comandi più semplici, che dovrebbero essere sempre sottomano. Strano, mi dico. Poi, però, mi fulmina un’intuizione: il problema non sono io, è che questa è una Mercedes. Che, in quanto tale, ha le sue peculiarità. A partire, per esempio, dalla leva del cambio automatico, una bacchetta posta a destra del volante, dall’aspetto un po’ esile. Così, il comando dei tergicristalli, che di solito sta proprio lì, è invece da un’altra parte. Anche trovare il tasto che permette di escludere lo Start&stop comporta una sorta di caccia al tesoro: è piccolissimo e quasi inglobato dal pulsante di messa in moto. Questione di abitudine, è naturale: se questa diventa la tua auto, basta poco perché tutto ritorni naturale. E comandi vocali, sistema d’infotainment, ampi display sono di grande aiuto. Poca strada e tutto torna a essere facile: il merito è anche dei numerosi comandi fisici, ai quali la Casa – fortunatamente – non ha voluto rinunciare. Posso, così, approfittare della bella spinta del 1.300, che si sente nonostante la potenza non sia esuberante: basta la buona coppia del turbobenzina a rendere la B180 disinvolta nel traffico. A non convincermi del tutto, invece, è il cambio automatico a doppia frizione: avverto attimi di esitazione, qualche incertezza, soprattutto nelle ripartenze, e non mi sembra si sposi bene con una guida brillante. Che, però, non è probabilmente la vocazione di questo modello. Emilio Deleidi, redazione Inchieste

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Cinemascope [Day 4]. Inizio rispondendo al collega Deleidi: no Emilio, non sei vecchio. E non lo dico per carineria, ma perché, pur avendo qualche lustro in meno all’anagrafe, ho avuto anch’io la sensazione di esser stato sverniciato dal tempo che passa dopo essermi seduto al volante della nuova Classe B. L’effetto del cruscotto interamente digitale, a doppio schermo congiunto, sulle prime è talmente immersivo da far perdere l’orientamento. E, come se non bastasse, c’è pure la realtà aumentata a portare la navigazione a un altro livello: non solo rispetto all’esperienza dell’automobilista medio, ma alle auto moderne in generale. Una tendenza alla quale ci abitueremo. Detto ciò, di fronte all’MBux non ci vuole molto a ritrovare la bussola: i menù dell’infotainment, così come le logiche di comando, continuano ad avere un’impostazione razionale. Sofisticata e diretta è invece l’interazione, sia che avvenga toccando lo schermo, sia sfiorando il touch pad. Fino a diventare quasi amichevole se si ricorre ai comandi vocali. Conosco bene la Mercedes Classe B, eppure guidare questa terza generazione mi comunica un’esperienza nuova. Più tecnologica, certo. Ma anche di maggiore confort, dovuto tanto all’insonorizzazione dell’abitacolo quanto alla silenziosità del benzina, che ha una spinta ai bassi consistente, d’aiuto nella guida di tutti i giorni. Allo stesso tempo però ho l’impressione che, nell’evoluzione, qualcosa della vocazione originaria di questo modello sia andato perso: provando a riempirlo, il bagagliaio mi pare subito rimpicciolito. I rilevamenti del Centro Prove mi danno la conferma: 363 litri contro i 406 della generazione precedente. Luca Cereda, redazione Online.      

Una settimana con la 180 Automatic Sport Plus

Stella del week end [Day 5]. La sobria eleganza delle linee può trarre in inganno: già, perché oltre alla misurata distinzione degli esterni, la Classe B offre anche quella vasta e colorata esplosione di colori che porta il nome di MBux. Ovvero, il teorico punto d’approdo d'una generazione di appassionati di computer, ormai non più giovani, che per anni (forse decenni), si sono chiesti come gli infotainment delle auto potessero essere così rozzi e obsoleti. Pure io la vedevo così: però, ora che ho a che fare con questo MBux (un vero computer, potente e persino aggiornabile nel tempo), ho realizzato che forse non ne ho bisogno. Sarà che l’anima di geek si è un po’ spenta col passare degli anni, o che a forza di guidare (tanto, ogni giorno) gli schermi passano in secondo piano: fatto sta che i molti e sofisticati comandi al volante (all’inizio quasi spaesanti), la configurabilità pressoché totale del sistema, la realtà aumentata della navigazione e quell'"hey, Mercedes” che è ormai diventato un brand, non mi hanno impressionato più di tanto. Ciascuno, in cuor proprio, stabilirà se tutto questo luna park tecnologico è ciò che serve davvero quando si va per strada: io, durante il week end fuori porta che ho passato in compagnia delle Classe B, ho preferito “accontentarmi” della compatibilità con CarPlay e concentrarmi sugli altri pregi della vettura. Che sono tanti: il posto di guida dall’impostazione pressoché impeccabile; l’ampia e rassicurante vista sulla strada; il livello delle finiture e dei materiali, elevato come impone il blasone del marchio; il confort generale; e poi le misure interne, adeguate alle esigenze di una famiglia (si viaggia bene in quattro, anche con un seggiolino in seconda fila, mentre il bagagliaio non teme le masserizie delle brevi vacanze). La marcia, poi, è gradevole: l’1.3 sviluppato con i franco-nipponici non ha la pretesa di essere un mostro di prestanza, però svolge il suo ruolo con discrezione e si distingue per la silenziosità, soprattutto quando la velocità è costante. Mi è piaciuto di meno il cambio, non esattamente puntuale nei passaggi e talvolta indeciso sul da farsi, soprattutto nel misto: ma per il resto, la Classe B ha svolto il tema del week end con pragmatismo e disinvoltura. E questo, alla fine, è ciò che conta davvero. Geek o non geek. Davide Comunello, redazione Prove su strada

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