Un piano strategico della nuova mobilità in grado di rispondere alle esigenze delle aree metropolitane e delle realtà locali (in Italia il 77% della popolazione vive in comuni con meno di 100mila abitanti), articolato su cinque pilastri: sicurezza e distanziamento sociale, modelli di mobilità intermodali, interventi legislativi per regolarizzare nuove forme di mobilità, evoluzione delle infrastrutture, condivisione dei dati tra pubblico e privato per rendere più efficiente la gestione di domanda e offerta di mobilità. Lo ha proposto, durante la recente Conferenza nazionale sulla sharing mobility, la società di consulenza Deloitte.
Ecosistema mobilità. “Il Covid-19”, ha dichiarato Luigi Onorato, senior partner di Monitor Deloitte, “sta ridisegnando il contesto sociale ed economico con impatti inevitabili sugli attori coinvolti nell’ecosistema mobilità: il settore automotive prevede un calo delle immatricolazioni auto del 37% rispetto al 2019, mentre il 42% dei lavoratori italiani afferma di aver subìto perdite di reddito sostanziali e il trasporto pubblico prevede entro fine anno perdite per 1,5 miliardi di euro”. Tutto ciò mentre il traffico ciclabile a Torino è aumentato del 335% durante la Fase 2 e i monopattini elettrici a Roma e a Milano arriveranno a 15 mila unità nel corso del 2020.
Un piano strategico pubblico-privato. Un cambiamento, sottolinea Deloitte, indotto dal Covid-19 che “accelera il processo di evoluzione della nuova mobilità e richiede allo stesso tempo la definizione di un piano strategico in grado di valorizzare le diverse soluzioni: Car sharing, auto connesse, noleggio a lungo termine, micromobilità”. Un piano per il quale è necessaria una collaborazione sistematica pubblico-privato. “Clienti, operatori, istituzioni, nessuno sarà escluso dall’esigenza di reinterpretare il modo con cui pensa alla mobilità”, ha concluso Onorato. “Come emerso dalla recente analisi di Deloitte «From now on: Mobility Boost, si apre una nuova fase», aumentano infatti la propensione all’utilizzo di servizi digitali e la sensibilità verso tematiche di sicurezza, oltre che la ricerca di flessibilità economica e la necessità, da parte delle istituzioni, di una revisione delle infrastrutture di mobilità”.
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