I fari illuminano la notte, tagliando il buio tra due muri di neve, mentre le macchine infilano uno dopo l'altro i tornanti, scodando sul fondo ghiacciato. Non siamo sul Col de Turini, la mitica speciale del Rally di Montecarlo, ma sul passo Falzarego. È stato questo uno dei passaggi più duri della Winter Marathon 2014, dove gli equipaggi sono stati messi alla prova dalla neve, spinta sulla strada dal forte vento, e dal gelo, il grande nemico soprattutto degli audaci che hanno affrontato la gara con le vetture aperte. La galoppata di 430 chilometri attraverso 11 valichi dolomitici, partita da Madonna di Campiglio venerdì 24 gennaio alle 2 del pomeriggio e terminata attorno alle 3.30 del mattino seguente, si è confermata appassionante e impegnativa, con 44 prove cronometrate e un ritmo serrato lungo tutto il percorso.
Questione di centesimi. La battaglia per il podio è stata molto combattuta: alla fine, l'ha spuntata il solito Giuliano Cané, insieme con la moglie Lucia Galliani, a bordo di una Lancia Aprilia del 1938, che, con soli 38 punti di distacco, ha messo a segno il suo sesto successo alla Winter Marathon. Secondi, Ezio e Francesca Salviato, su un'altra Lancia Aprilia del 1939, mentre Nino Margiotta e Bruno Perno, vincitori lo scorso anno, hanno concluso al terzo posto con la loro Morris Mini Cooper S del 1965. La coppa delle dame è andata invece a Lucia Fanti e Susanna Serri su una Alfa Romeo Giulietta TI del 1962.
Stelle dei rally e vecchie signore. Ma al di là della classifica, la competizione è stata vissuta con grande entusiasmo da tutti gli oltre 120 equipaggi al via: il tempo è stato clemente, freddissimo ma senza la nevicata che tradizionalmente accompagna questa gara di regolarità, le scalate al Pordoi e al Gardena, tra muri di neve e pareti di roccia, davvero spettacolari. I valichi sono stati impegnativi soprattutto per le macchine anteguerra, mentre le star dei rally, protagoniste di memorabili imprese, si sono trovate molto più a loro agio su questi terreni: le Lancia Stratos, le Renault Alpine A110 S e le Mini Morris Cooper S hanno dato spettacolo con derapate e pendoli sui tornanti.
Squadrone Porsche. Nutritissimo, come sempre, il gruppo di Porsche, il più numeroso con 35 vetture al via. Tra queste c'erano anche due vetture del Porsche Italia Classic Team, una 356 C Cabrio del 1964 guidata da Enrico Fulgenzi, vincitore della Carrera Cup Italia 2013 (insieme con Sergio Troise), e una 911 RS del 1973 guidata da Pietro Innocenti, general manager di Porsche Italia, navigato dalla nostra Laura Confalonieri.
La sfida sul ghiaccio. La maratona si è poi conclusa sabato pomeriggio, con le sfide a eliminazione diretta sul laghetto di Madonna di Campiglio, seguite dal pubblico che ha potuto godersi i passaggi sul ghiaccio: il trofeo riservato alle vetture anteguerra è stato vinto dal duo Spagnoli-Parisi su Fiat 508 S del 1932, mentre il Trofeo Tag Heuer Barozzi, al quale erano ammesse le prime 32 vetture classificate è andato all'equipaggio Barcella-Ghidotti su Porsche 356 C Coupé del 1963.
Redazione online
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