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Salone di Tokyo
L’automobile torna protagonista e parla la lingua dell’emozione

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Qualcuno ha fatto i conti. Al Salone di Tokyo 2023, al secolo Japan Mobility Show, che ha aperto i battenti oggi per la prima giornata stampa, gli espositori sono 475. Di questi i “car maker” si contano sulle dita di due mani. Il resto sono fornitori, di parti o di servizi, sono start-up e tech companies che si occupano di mobilità, software, intelligenza artificiale e via discorrendo. Sempre di più i Saloni dell’auto – e lo abbiamo visto a settembre a Monaco di Baviera – somigliano al Ces di Las Vegas o, per restare in Europa, al World mobile congress. Non è soltanto un espediente messo in atto dagli organizzatori per sopravvivere. È anche lo specchio di un mondo profondamente cambiato.

Innovazione e creatività. Nello stesso tempo, però, i produttori auto giapponesi hanno creato un clamore inversamente proporzionale al loro numero, inondando letteralmente i propri stand di concept car, rievocando i Saloni di Tokyo dei tempi d’oro, quando la rassegna nipponica era il riferimento per l’Asia e tra i quattro appuntamenti annuali da non perdere per il mondo automotive, assieme a Ginevra, Francoforte/Parigi, Detroit. Tra questi, il Salone giapponese si distingueva per l’attenzione all’innovazione, alla ricerca tecnica e alla creatività espressiva. Così Honda, Mazda, Mitsubishi, Nissan, Subaru, Suzuki e Toyota-Lexus nella giornata odierna tolgono i veli, oltre che a qualche modello di serie, tra cui la Swift e la Land Cruiser elettrica, a un offerta variegata di studi di stile e tecnologia. C’è di tutto, carrozzerie alte, basse, urbane o da grandi viaggi, e su tutti i temi, dalle pure performance all’economia circolare.

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Le sportive più presenti che mai. Di queste proposte, ed è un”altro dato significativo, diverse – almeno sei importanti, da Honda, Lexus, Mazda, Nissan, Subaru e Toyota – prefigurano modelli sportivi o sportiveggianti, a dire che l’emozione, nell’era elettrica, non tramonta, che l’automobile è destinata a continuare a essere quel che è sempre stata, un dispensatore di sogni, più che un semplice mezzo di trasporto. Almeno, questo è ciò che l’industria dell’auto vuole comunicare e ciò che i detrattori dell’automobile non capiranno mai. La domanda è, in mezzo a questi due estremi, qual è il percepito dei consumatori e in particolare delle giovani generazioni, quelle che dovrebbero costituire la spina dorsale del potere di acquisto per i prossimi 40-50 anni? A giudicare dall’affollamento di giovani a certe manifestazioni di auto storiche si direbbe che non è poi tanto diverso da quello delle generazioni che li hanno preceduti. E ciò fa ben sperare. Vedremo.

Tutta un’altra storia. Intanto le Case si preparano a diversificare un po’ la loro narrazione. Così la Toyota, per esempio, afferma che “la mobilità del futuro andrà oltre la fornitura di mezzi di trasporto…”, e fin qui ci siamo. E prosegue: “…per diventare un partner di stili di vita allineato con i valori individuali di ogni cliente”. I “comandi reattivi” e il “design accattivante” restano valori fermi, ma tirano a bordo anche “il piacere della personalizzazione” nonché “comode funzioni per navigare senza stress tra le informazioni sui luoghi circostanti”. Insomma, non solo prestazioni o immagine, ma anche sempre di più esperienze, fisiche e digitali. Ovviamente, queste emozioni diverse il primo costruttore al mondo le affida a una vettura a ruote alte, che ormai è diventato il paradigma dell’auto tipo. Perciò se la carrozzeria non sovverte e non provoca, allora il portato innovativo può concentrarsi tutto sull’interfaccia uomo-macchina.

Soluzioni concrete a breve termine. Intendiamoci, il modo in cui il guidatore si relaziona con il proprio mezzo lo troviamo anche a bordo di quelle concept che pure parlano primariamente all’occhio e alla pancia, perché è diventato un fattore imprescindibile nel quotidiano. Così, negli abitacoli, pure delle sportive, a questo Salone si ritrovano idee nuove che, in taluni casi, come sulla berlina sportiva della Lexus, la LF-ZC, diventano soluzioni razionali per la produzione di breve termine, da qui al 2026: comandi su uno schermetto a sinistra del volante per la guida (selezione del cambio, settaggio degli Adas e delle modalità di guida) e a destra per l’infotainment e la climatizzazione, ma soprattutto funzioni che vengono portate in evidenza secondo le circostanze. “Non dobbiamo essere schiavi della macchina e adattarci alla tecnologia. È quest’ultima che deve seguire l’essere umano e anticiparne le esigenze”, ci ha detto il direttore del design di Lexus, Simon Humphries.

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