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Industria e Finanza

Ferrari
Nel secondo trimestre calano consegne, ricavi e utili

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La pandemia del coronavirus fa sentire i suoi effetti anche sui risultati finanziari della Ferrari. Nel secondo trimestre, infatti, la Casa di Maranello ha visto calare tutte le principali componenti del proprio conto economico, in modo non dissimile da quanto patito dagli altri costruttori automobilistici a causa della chiusura degli impianti e delle concessionarie. Tuttavia, come affermato dall'amministratore delegato Louis Camilleri durante la conference call con gli analisti, "la Ferrari resta più forte che mai" anche grazie a una serie di indicazioni positive sul fronte del portafoglio ordini.

L'andamento delle consegne. Nello specifico, la Casa di Maranello ha consegnato, tra aprile e giugno, 1.389 veicoli, il 48% in meno rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso. Per i modelli a otto cilindri (V8) il calo è stato del 49,4%, mentre per i 12 cilindri (V12) del 42,9%. A livello geografico, la regione Emea e le Americhe hanno subito una flessione, rispettivamente, del 40,9% e del 52,6%, la Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan hanno riportato una diminuzione del 91% a seguito della decisione di anticipare le consegne nel 2019, mentre il Resto dell’Asia-Pacifico ha registrato un calo del 27,9%. 

Il trend dei ricavi. Come conseguenza, i ricavi netti sono diminuiti del 42,6% a 571 milioni di euro, di cui 450 milioni dalla vendita di automobili e parti di ricambio (-41,3%). I ricavi dei Motori, pari a 20 milioni, sono risultati in calo del 60,6% per la persistente flessione delle consegne alla Maserati, mentre i proventi da sponsorizzazioni e altre iniziative, scesi del 37% a 83 milioni, sono stati penalizzati dalla temporanea sospensione della stagione di Formula 1 e dalla minor affluenza di clienti nei negozi e di visitatori nei musei.

La redditività. Ovviamente, la contrazione delle attività ha avuto un riflesso sulla redditività della Casa di Maranello. Il margine operativo lordo, depurato dalle componenti non ricorrenti, è sceso da 314 a 124 milioni di euro per un'incidenza sui ricavi in contrazione dal 32% al 21,9%, mentre l'utile operativo è passato da 239 a 23 milioni, con un margine in flessione dal 24,3% al 4%. Sulle due voci reddituali ha pesato non solo l'impatto dell'emergenza sanitaria sui volumi, ma anche uno sfavorevole mix di prezzo legato al minor contributo delle personalizzazioni, in parte compensato dalle consegne delle Monza SP1 e SP2. Il conto economico, chiuso per la maggior parte in perdita dai grandi colossi del settore, mostra, infine, un utile seppur limitato: i profitti si sono attestati a nove milioni, contro i 184 milioni di un anno fa, mentre l'utile per azione è passato da 96 a quattro centesimi di euro. 

Sale l'indebitamento. La crisi ha anche determinato un forte assorbimento di cassa e un aumento dell'indebitamento. Le attività industriali hanno riscontrato deflussi di cassa per 158 milioni a causa dell’aumento del valore del magazzino, delle iniziative volte a garantire ai concessionari estensioni temporanee e di breve termine dei pagamenti e incentivi commerciali e degli investimenti a sostegno del piano prodotti per 133 milioni di euro. Al 30 giugno l'indebitamento industriale netto si è quindi attestato sui 776 milioni, in peggioramento rispetto ai 401 milioni al 31 marzo 2020, mentre la liquidità è migliorata dagli 1,23 miliardi al 31 marzo a 1,812 miliardi anche grazie all'emissione di un prestito obbligazionario da 650 milioni. ''Avevamo già anticipato a maggio che i risultati del secondo trimestre sarebbero stati deboli in tutti gli indicatori chiave, ma in linea con le nostre aspettative. Questi risultati riflettono i tempi molto difficili che abbiamo vissuto", ha commentato l'amministratore delegato Louis Camilleri. "Anche se i numeri principali non riflettono ciò che questa grande azienda è in grado di realizzare una metrica notevole è che, nonostante tutto quello che abbiamo dovuto affrontare, il nostro core business ha generato un margine Ebitda di oltre il 30% nel secondo trimestre e superiore al 40% nel primo semestre''.

Le prospettive. La Ferrari ha quindi definito ulteriormente le linee guida finanziarie per l'intero anno, dopo un'iniziale revisione al ribasso operata in occasione della pubblicazione dei risultati del primo trimestre. I ricavi netti sono visti oltre i 3,4 miliardi (contro la precedente stima tra 3,4 e 3,6 miliardi), il margine operativo lordo tra 1,075 e 1,125 miliardi (l'intervallo precedente era tra 1,05 e 1,2 miliardi), l'utile operativo tra 650 e 700 milioni (prima era atteso tra 600 e 800 milioni), l'utile per azione tra 2,6 e 2,8 euro (da 2,4-3,1 euro) e i flussi di cassa tra 100 e 150 milioni (prima tra 100 e 200 milioni). Le nuove prospettive riflettono sia una maggiore visibilità sia alcuni "affinamenti delle assunzioni illustrate il 4 maggio", tra cui una ridefinizione dei piani produttivi con la previsione di un recupero di circa 500 vetture sulle quasi 2.000 unità perse durante la sospensione produttiva, ritardi nella industrializzazione della SF90 Stradale e un portafoglio ordini sempre solido. A tal proposito, Camilleri ha sottolineato come la "domanda rimanga vivace" e il portafoglio ordini "è aumentato in modo significativo rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente". Tra l'altro, le prenotazioni non hanno subito cancellazioni superiore alle previsioni: "l'annullamento degli ordini rientra nelle norme storiche e in realtà è inferiore a quanto avremmo potuto immaginare, vista la nostra esperienza durante la crisi finanziaria".

Il 2021 sarà positivo. Superata la crisi del coronavirus, la Ferrari guarda dunque con ottimismo alla restante parte dell'anno e ancor di più a un 2021 che dovrebbe beneficiare del "forte portafoglio ordini" del 2020. "Sarà un buon anno, guidato più dall'offerta che dalla domanda", ha preventivato Camilleri. "Fornire ulteriori previsioni è impossibile anche per gli sviluppi incerti della pandemia, specialmente in Paesi come gli Stati Uniti che sono un mercato importante per noi". Del resto Camilleri ha messo in evidenza che la pandemia "è stata una sfida enorme da superare. Una tempistica doppiamente spiacevole in quanto ci ha inghiottito in un momento critico, la delicata fase di industrializzazione dei nuovi modelli presentati l'anno scorso, in particolare la SF90 Stradale che contiene più di 2 mila nuovi componenti della nostra catena di approvvigionamento". Le consegne della SF90 Stradale dovrebbero comunque iniziare nei primi giorni del quarto trimestre e nel frattempo si punta a recuperare parte della produzione con l'aggiunta di alcuni sabati lavorativi e rafforzando i rapporti con i fornitori. Escluso, invece, l'annullamento delle ferie per i lavoratori. "Abbiamo preso in seria considerazione l'accorciamento del periodo di ferie negli stabilimenti produttivi ad agosto, tuttavia, ciò ostacolerebbe seriamente il nostro programma di manutenzione preventiva e ritarderebbe l'installazione di alcune nuove attrezzature necessarie affinché il nostro laboratorio di verniciatura soddisfi le esigenze di capacità. Pertanto, abbiamo deciso che un'azione del genere sarebbe tutt'altro che saggia. Inoltre, date le circostanze molto difficili che tutti hanno dovuto affrontare, è nostra opinione che tutti abbiano bisogno di una pausa". Di sicuro, il coronavirus ha causato dei ritardi nel lancio dei nuovi modelli. Camilleri ha ammesso un "leggero ritardo" nel crono-programma ma ha escluso la possibilità di non rispettare il piano prodotti. "Nel 2021 presenteremo dei nuovi eccitanti modelli che avranno un impatto positivo sui conti della seconda parte dell'anno e nel 2022", ha aggiunto l'amministratore delegato mentre il direttore finanziario Antonio Picca Piccon ha precisato che saranno due le nuove vetture del Cavallino Rampante.  

Pesante impatto da F1. Durante la conferenza con gli analisti è stato affrontato anche l'argomento Formula 1. Camilleri ha spiegato, per esempio, come sui conti annuali della Ferrari peserà non tanto l'effetto del Covid-19 quanto l'impatto negativo della particolare stagione del massimo campionato automobilistico, caratterizzata da un minor numero di gare. Ciò vuol dire, per la Casa di Maranello, meno proventi da sponsorizzazioni e diritti, e quindi meno ricavi. "Il prossimo anno dovrebbe essere migliore perché è prevista una intera stagione", ha aggiunto Camilleri che sui risultati sportivi finora conseguiti non si è voluto sbilanciare: "la stagione 2020 è molto difficile. I nostri concorrenti sono molti forti, complimenti a loro. Il nostro team lavora giorno e notte, abbiamo dei talenti forti e ho fiducia nella squadra. Ci vorrà del tempo ma la nostra ambizione in Formula 1 resta intatta".

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