"La fine del diesel è segnata, saremo protagonisti con plug-in ed elettriche"
“Il diesel? La sua fine è segnata, resta solo da capire quando accadrà. Peugeot sarà protagonista con plug-in ed elettriche”: parole di Jean-Philippe Imparato, manager di 54 anni (di cui quasi trenta spesi nei brand del gruppo PSA), oggi ceo e vicepresidente esecutivo del marchio del Leone. Imparato è recentemente intervenuto al master in Marketing Automotive dell’Accademia Editoriale Domus: lo abbiamo intervistato sugli scenari del mercato dell’auto, al centro di grandi trasformazioni, e sulle strategie della Peugeot, sempre più impegnata nell’elettrificazione.

Come vanno gli affari in Europa?
Dipende dai Paesi e da quanto sono stati colpiti dalla pandemia. Gli ultimi sei mesi sono stati un’altalena, con alcuni mercati – come l’Italia, la Spagna e la Francia – che sono arrivati a perdere anche il 99% delle vendite. Da giugno stiamo vedendo una ripresa decisa, soprattutto per quanto riguarda gli ordini di 208 e 2008: negli altri segmenti, la crescita di Peugeot è attorno al 5%.
Che cosa accadrà nel 2021?
Non ne ho la minima idea. Per ora stiamo elaborando previsioni sui volumi, ma immaginare come potrebbe evolvere il mercato europeo è quasi impossibile, finché ci troviamo in questa situazione ancora fluida dal punto di vista sanitario.
La nuova piattaforma eVmp porterà l’elettrico anche nei segmenti C e D. L’ibrido plug-in, a quel punto, rimarrà parte della vostra strategia?
Peugeot sarà protagonista con plug-in ed elettriche, questo è certo. Il resto dipenderà dai policy maker. Dobbiamo avere la consapevolezza che oggi il mercato non è deciso dai consumatori, ma da chi fa le leggi. Quindi se domani Bruxelles decide di mettere una quota minima di elettriche, c’è poco da fare, i costruttori dovranno adeguarsi.

L’Euro 7 segnerà la morte del diesel, o quantomeno un ulteriore restringimento delle sue possibili applicazioni?
La morte del diesel è segnata. L'unica incognita riguarda il quando. Nel 2025 entreranno in vigore le nuove norme sulle emissioni: a quel punto, è indubbio che mettere in vendita un'auto a gasolio sarà difficile.
Che cosa accadrà alla piccola di Peugeot, la 108: diventerà una full electric?
Al momento andiamo avanti con il modello attuale. Non stiamo pensando a una sostituta, perché dovrebbe per forza essere elettrica, ma la tecnologia è ancora troppo costosa per dei modelli entry level. Meglio puntare su 208 e 2008, che garantiscono anche margini.
Qual è la quota di elettriche su questi due modelli?
Oggi siamo al 15% delle vendite. Abbiamo molti ordini da evadere, quindi stiamo gestendo il ritardo dovuto alla pandemia. È un’incidenza destinata inevitabilmente a salire, tutto il settore dell’auto sta andando lì. E lo vediamo anche in fattori accessori che fino a poco tempo fa erano un limite alla diffusione: in primis i valori residui, che stanno crescendo.
È vero che Peugeot in Italia ha imposto ai propri concessionari di vendere almeno 100 elettriche al mese?
Tutti i mercati hanno i loro target. Detto questo, stiamo combattendo tutti la stessa battaglia: è uno sforzo collettivo.

Quando vedremo delle Peugeot di Livello 3 sulle strade?
Certamente non domani. Intanto partiamo dall’assunto che il Livello 4 non sarà per le auto "normali", ma per i trasporti, gli shuttle e così via. Ancora per parecchio, il Livello 3 avrà dei costi incompatibili con la diffusione di massa: se a quella tecnologia aggiungi l’elettrificazione e il 5G, arrivi a dei prezzi fuori mercato.
Peugeot è un brand centrato sull’Europa: quali sono le vostre strategie d’espansione? Pensate che il ritorno negli Usa nel 2026 possa avere un impatto significativo sulla vostra de-regionalizzazione?
Il nostro campo di battaglia è l’Europa, assieme all’America Latina e al Medio Oriente. Dobbiamo concentrarci su questi mercati, stando attenti alle differenze: fuori dall’Europa, per esempio, vedo una grande opportunità per i pick-up, che da noi contano poco, mentre in Russia possiamo puntare sui commerciali leggeri. In Cina non possiamo permetterci di fallire nuovamente come abbiamo fatto in passato. Per quanto riguarda l’America stiamo studiando la situazione, anche alla luce di quanto sta succedendo: nel 2021 prenderemo la decisione finale.
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