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SsangYong
Al via la procedura di amministrazione controllata

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Al via la procedura di amministrazione controllata
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La SsangYong è stata sottoposta, per la seconda volta nel giro di un decennio, a una procedura di amministrazione controllata: la decisione è stata presa da un tribunale fallimentare di Seul, dopo la mancata individuazione di un acquirente per la Casa coreana da parte della controllante Mahindra. 

In liquidazione. La SsangYong, che a dicembre aveva presentato un’istanza per accedere alla procedura concorsuale a causa del mancato rimborso di un prestito bancario, sarà ora sottoposta alla liquidazione coatta amministrativa con l'obiettivo di trovare una società in grado di sostituire nella proprietà il gruppo indiano. La Mahindra ha evitato un primo fallimento della SsangYong dieci anni fa acquistando il 75% del capitale: nel quadro delle sue strategie di espansione internazionale, ha sin da subito scommesso con forza sul costruttore coreano cercando di rilanciarne l'immagine e la reputazione dopo la prima bancarotta e di aumentare i volumi commerciali e produttivi. Tuttavia, tutti gli sforzi si sono rivelati infruttuosi: la SsangYong è gravata da un debito elevato e il 2020, anche per colpa delle conseguenze della pandemia del coronavirus, si è rivelato un anno disastroso con vendite in calo di oltre il 30% (107.416 veicoli), ricavi in contrazione del 19% e una perdita operativa passata da 282 miliardi di won a 449 miliardi (336 milioni di euro).

Il disimpegno. La Mahindra, nel pieno della prima ondata della pandemia del coronavirus, ha optato per il disimpegno nei confronti dell’azienda coreana per non subire ulteriori ripercussioni sulle sue attività principali e non dover fornire ulteriore liquidità dopo i fallimentari piani di rilancio avviati nel 2010. Al contrario di quanto deciso in Corea, il gruppo indiano ha invece confermato il proprio impegno nei confronti dell’italiana Pininfarina, come dimostrato dalla sottoscrizione dell’ultimo aumento di capitale lanciato dall’azienda torinese. La SsangYong dovrà presentare entro giugno un piano di rilancio al tribunale fallimentare, ma per uscire dalla procedura concorsuale ed evitare il definitivo fallimento è obbligata a individuare, nel più breve tempo possibile, una società interessata alle sue attività. 

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