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Su 4R di febbraio
Salvini: "Il 2035 non è un dogma"

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Salvini: "Il 2035 non è un dogma"
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Non ha remore, com’è nel suo stile, Matteo Salvini, vicepresidente del consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nell’intervista che ha rilasciato a Quattroruote che potrete trovare nel fascicolo di febbraio, in edicola da mercoledì 1. Una conversazione nella quale il titolare di uno dei dicasteri più importanti della compagine governativa spazia tra tutti i temi di attualità, dalla transizione ecologica alle infrastrutture, dalla politica di mobilità alla revisione del Codice della strada.

Scadenza da rivedere. Sul passaggio alla mobilità elettrica nel 2035, formalizzato con l'ok dell'Europarlamento, il ministro è drastico: "La transizione", afferma, "come dice la parola stessa va accompagnata, gestita, spiegata, ma non dev’essere una ghigliottina: mettere fuori norma le auto a combustione interna nel 2035 è un suicidio industriale, culturale, economico". Dunque, la data fissata dall’Unione Europea è da ricontrattare con Bruxelles, esattamente come alcune delle scadenze previste dal Pnrr.

Le norme. Venendo a una dimensione più locale, Salvini contesta invece ai sindaci le richieste "diametralmente opposte" che formulano: c’è chi, infatti, vorrebbe norme più severe in tema di sicurezza dei monopattini e chi, invece, spinge per favorire la cosiddetta "mobilità dolce". Per questo, il ministro vuole "norme più omogenee nel Codice della strada", che intende sottoporre a revisione completa entro la fine di quest’anno. L’aumento degli incidenti con monopattini, quadruplicati tra il 2020 e il '21, configura infatti una situazione di vera emergenza che va affrontata quanto prima.

Velocità. In linea di principio, il ministro non è contrario a maggiori controlli sulle infrazioni, anche perché la patente a punti sembra stia perdendo efficacia di deterrente ("Gli automobilisti con zero punti sono meno di 20 mila, una percentuale irrisoria"). I controlli, però, devono essere fatti là dove sussistano pericoli reali per la sicurezza e non per fare cassa, senza lasciare mano libera ai pregiudizi: "Ci sarebbe da parlare del bizzarro dibattito sui 30 all'ora", dichiara Salvini a Quattroruote, "a mio avviso un provvedimento che parte da prese di posizioni ideologiche", cioè da un atteggiamento, come quello assunto dal consiglio comunale di Milano, "che vuole punire chi va in auto", impedendone l’uso, "lo stesso obiettivo delle Aree B e delle Ztl". Insomma, "chi vuole andare in bici dev’essere libero di farlo dove vuole, ma la macchina è uno strumento fondamentale di lavoro che, come tale, va trattato".

Il Ponte. Infine, Salvini è convinto che la grande infrastruttura concepita per collegare stabilmente la Calabria e la Sicilia si farà: "Ho chiesto", spiega, "un percorso normativo che permetta di aggiornare il progetto già validato e approvato e poi, sventuratamente, bloccato". L’operazione richiederebbe, secondo i tecnici da lui interpellati, poche settimane di lavoro, tanto da indurlo a ipotizzare la posa della prima pietra dell’opera entro due anni. Frattanto, però, il ministero è impegnato anche a sbloccare centinaia di lavori su ponti, viadotti e strade, indispensabili per adeguare la nostra viabilità alle esigenze odierne, e a condurre un contenzioso sui mezzi pesanti con l’Austria, le cui "limitazioni ai nostri autisti sono assolutamente fuori dalle norme".

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