Stop alla produzione di batterie in Germania: "Meglio gli Stati Uniti"
L'Inflation Reduction Act statunitense, con le sue politiche di promozione delle produzioni automobilistiche nazionali, inizia a produrre conseguenze tangibili in Europa, confermando gli allarmi di politici e manager su una fuga di capitali e investimenti verso gli Stati Uniti. La questione interessa, soprattutto, i progetti nel campo della mobilità elettrica, dove il Vecchio continente rischia di perdere non poche iniziative industriali: il caso della Tesla, da mesi al centro di indiscrezioni sulla possibilità di uno stop alla produzione di batterie nel suo complesso industriale alle porte di Berlino. Ora, le indiscrezioni della stampa tedesca sono state confermate dal ministero dell'Economia del Brandeburgo: l'azienda texana ha sospeso il progetto per l'assemblaggio completo di batterie a Grünheide e deciso di concentrare alcune fasi del processo produttivo proprio negli Stati Uniti per approfittare degli incentivi fiscali previsti dall'Ira.
Cambio di rotta. I progetti iniziali della Tesla includevano la realizzazione all'interno della fabbrica tedesca di linee per l'assemblaggio di accumulatori con una capacità massima di oltre 50 gigawattora all'anno. Negli ultimi mesi, però, le nuove normative statunitensi, che includono non solo incentivi all'acquisto di elettriche, ma anche varie agevolazioni fiscali e obblighi tecnici per sostenere le produzioni nazionali e l'approvvigionamento di materie prime, hanno spinto i vertici a modificare in modo sostanziale i piani. "La Tesla ha avviato la produzione di sistemi di batterie a Grünheide e si sta preparando a produrre componenti delle celle. La società ha dato la priorità a ulteriori fasi di produzione negli Stati Uniti perché gli incentivi fiscali rendono più favorevoli le condizioni operative negli Stati Uniti", ha dichiarato il ministero dell'Economia del Brandeburgo. D'altro canto, è stata proprio la Tesla a precisare dove intende realizzare una parte consistente delle sue batterie di nuova generazione. Alla fine di gennaio, infatti, ha annunciato un investimento da 3,6 miliardi di dollari per ampliare la gigafactory di Reno, in Nevada, con due nuove strutture industriali: una sarà dedicata alla produzione della motrice Semi e l'altra alle celle 4680.
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