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Industria e Finanza

Caro carburanti
Prezzi alle stelle, ecco perché

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I rialzi dei carburanti scaldano l'estate degli italiani e tornano al centro del dibattito politico: una situazione indubbiamente esasperante e che merita un approfondimento. Partiamo dalla fine e cioè dai rincari degli ultimi giorni: i listini sono tornati a crescere a causa di una combinazione di fattori e c'è già chi ha lanciato l'allarme sul presunto "fenomeno speculativo" legato alla concomitanza con l'esodo estivo: in buona sostanza, con l'aumentare degli spostamenti verso le località di villegiatura, i prezzi di benzina e gasolio mostrano infatti un trend che spesso ha poco a che fare con la legge del mercato sull'incontro della domanda e dell'offerta. Tuttavia, ci sono molti altri aspetti da considerare, quantomeno nel confronto con l'anno scorso: il governo Meloni, per cominciare, ha cancellato lo sconto sulle accise voluto dal precedente esecutivo Draghi e - per ora - si è limitato a un decreto sulla trasparenza con la famigerata pubblicizzazione dei prezzi, un intervento su cui l'Antitrust ha già espresso perplessità. L'1 agosto scatterà dunque l'obbligo di esposizione del prezzo medio, ma è lecito attendersi che il provvedimento non avrà particolareefficacia, ancor più senza gli opportuni controlli.  

Fattori internazionali e industriali. In questo quadro operano altri fattori di natura internazionale, che stanno influendo pesantemente sui listini: le quotazioni del petrolio stanno salendo da diverse settimane in scia ai tagli alla produzione da parte dei Paesi dell'Opec, ai forti dati macroeconomici statunitensi e alle indiscrezioni su possibili misure di stimolo allo studio a Pechino per ridare slancio all'industria cinese. Il rimbalzo del greggio, ovviamente, sta producendo conseguenze sulle quotazioni dei prodotti raffinati, i quali, a loro volta, stanno pagando il calo delle scorte statunitensi e lo stop di alcune importanti raffinerie sparse tra Europa, Stati Uniti e Asia. Non mancano l'aumento dei costi per la miscelazione dei biocarburanti imposta dalle direttive europee e il rincaro del cosiddetto Platts (il valore effettivo dei prodotti raffinati venduti dalle raffinerie alle reti di distribuzione).

Benzina a 2,50 euro, il governo minimizza. In tal contesto, non deve stupire l'allarme lanciato da Assoutenti su prezzi della benzina ormai superiori ai 2,50 euro presso alcune pompe di rifornimento. Il governo, tramite il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha già replicato ridimensionando le preoccupazioni alimentate dall'associazione: "In merito a notizie di stampa relative a casi isolati di stazioni di rifornimento di carburante lungo la rete autostradale in cui sono stati rilevati prezzi limite a 2,50 euro al litro per la benzina senza piombo in modalità servito, si precisa che i prezzi medi nazionali del gasolio e della benzina sono ben al di sotto dei 2 euro al litro, come rilevato dall'elaborazione settimanale su base giornaliera dei prezzi dei carburanti, effettuata dall'Osservatorio prezzi carburanti del Mimit. I prezzi dei carburanti di questa settimana - aggiunge l'esecutivo - si attestano a valori medi di 1,89 euro al litro per la benzina e di 1,74 euro al litro per il gasolio. L'attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 euro al litro nella scorsa settimana, è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell'aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati. Dall'inizio del 2023 il prezzo industriale di benzina e gasolio, al netto quindi della tassazione, in Italia resta stabilmente più basso di quello in Spagna, Germania e Francia". Le precisazioni di Palazzo Piacentini hanno trovato una pronta replica da parte di Assoutenti, che sottolinea come le sue rilevazioni riguardino "esclusivamente" i prezzi massimi dei carburanti e come numerosi distributori in tutta Italia vendano "la benzina in modalità servito a listini superiori ai 2,20 euro al litro. Sappiamo bene che i prezzi a 2,50 euro al litro sono casi limite ma non è certo questo il problema".

Nuovi rialzi. Intanto, Staffetta Quotidiana mette in luce come il nuovo balzo delle quotazioni dei prodotti raffinati (benzina e gasolio ai massimi, rispettivamente, da metà novembre e dai primi di marzo) abbia determinato ulteriori rincari alla pompa: la verde in modalità "fai da te" supera gli 1,90 euro/litro, ai massimi da un anno (allora, però, era in vigore lo sconto sull'accisa di 30 centesimi al litro, al netto dle quale siamo ai massimi dai primi di dicembre 2022), e il diesel gli 1,76 euro/litro (al picco di metà aprile). Sabato scorso, Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio e Tamoil di un centesimo, mentre Q8 ha alzato di due centesimi solo il gasolio. Quanto alle medie dei listini comunicati ieri dai gestori di circa 18 mila impianti all'Osservatorio prezzi del Mimit, la benzina self service si attesta a 1,908 euro/litro (+17 millesimi sulla precedente rilevazione) e il diesel a 1,762 euro/litro (+23). Al servito, benzina a 2,042 euro/litro (+19), diesel a 1,896 euro/litro (+22), gpl a 0,700 euro/litro (invariato), metano a 1,414 euro/kg (-3) e gnl a 1,242 euro/kg (invariato). Lungo le arterie autostradali, benzina a 1,981 euro/litro (servito a 2,227), gasolio a 1,847 euro/litro (servito a 2,102), gpl a 0,836 euro/litro, metano a 1,540 euro/kg e gnl a 1,331 euro/kg.

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