Cogliendo l'occasione della conferenza stampa trimestrale sull'andamento delle produzioni automobilistiche italiane, la Fim-Cisl lancia un allarme sugli annunci del governo in materia di nuovi incentivi auto: secondo il sindacato, gli effetti non si faranno sentire solo sul mercato (associazioni come l'Unrae temono una vera e propria paralisi, almeno per i primi due mesi dell'anno), ma anche sull'industria. "È negativo che si parli da luglio di piano incentivi perché chi vuole comprare un veicolo sostenibile aspetta. Questo annuncio bloccherà i consumatori finché non vedranno il Dpcm", spiega il segretario nazionale Ferdinando Uliano, invitando il governo a "procedere in fretta" e a rendere rapidamente esecutivi i nuovi sussidi.
"Bonus positivi". In ogni caso, il nuovo schema potrebbe produrre dei benefici per le attività produttive in Italia: "Siamo stati rassicurati sugli effetti positivi che queste misure potranno avere sugli stabilimenti Stellantis, unico produttore nel nostro Paese", aggiunge Uliano. "Naturalmente, non influiranno su Maserati o Grecale, ma su 500 elettrica, Panda, modelli ibridi di Melfi". Tema caldo anche il tavolo Stellantis: "Per affrontare le transizioni in atto nell'automotive è importante indirizzare le risorse disponibili in maniera precisa con investimenti. Certo, siamo tutti d'accordo sugli obiettivi di aumento della produzione, ma dobbiamo stabilire i tempi di realizzazione, sapendo che il milione di veicoli (auto+commerciali) significa aumentare le attuali produzioni di un terzo. Se l'obiettivo di un milione è solo di auto, questo significa il raddoppio della produzione". Uliano ha anche parlato del possibile arrivo di un altro produttore di auto in Italia, magari cinese: "La Cina sembra interessata ad avere una base in Europa, in questo caso meglio la faccia da noi. Abbiamo chiesto al governo mettere in campo incentivi per attirare altre produzioni: ben vengano, ma finora non vediamo nulla. A oggi, nessuno si è fatto avanti".
I numeri. Quanto ai dati produttivi, tra i vari stabilimenti è Mirafiori quello in maggior sofferenza. Nel 2023 sono state prodotte 85.940 auto, con una flessione del 9,3% sul 2022, legata anche all'aumento delle giornate di cassa integrazione (99 giorni). Pertanto, la Fim chiede che non si temporeggi sul lancio produttivo della nuova Quattroporte berlina e che, oltre alla 500 elettrica e ai modelli Maserati, venga assegnato a Mirafiori "un altro modello sulla piattaforma full-electric con potenzialità di volumi importanti e non di nicchia". Il peso maggiore dei volumi a Mirafiori continua a essere determinato dalla produzione della 500 Bev che si ferma a 77.260 unità, allo stesso livello del 2022 (77.500), mentre sono dimezzati i volumi dei modelli Maserati, pari a 8.680 (-49%), un quinto rieptto alle quasi 55 mila vetture del 2017. In generale, l'anno scorso la produzione di Stellantis è aumentata per il secondo anno consecutivo, grazie al positivo andamento di Pomigliano (+30%) e Atessa (+12%), mentre per la Fim-Cisl sarebbe necessario "rilanciare le produzioni di Cassino (-11,3%) e Mirafiori (-9,3%) con nuovi modelli". Nel 2023 sono stati prodotti 751.384 auto e veicoli commerciali, il 9,6% in più rispetto ai 685.753 del 2022, ma l'8,8% in meno rispetto alle 818.880 del 2019. L'assemblaggio di sole auto segna un +8,6% a 521.104 mentre quello dei veicoli commerciali cresce dell'11,8%. Rispetto ai livelli pre-Covid, per le auto si riscontra un sostanziale avvicinamento (-0,9%), mentre per le produzioni dei commerciali si registra un calo del 12%.
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