Il crash globale dei sistemi informatici ha colpito, con tutta la sua virulenza, anche alcuni costruttori automobilistici, oltre che una miriade di aziende e settori economici. Venerdì 19 luglio sono state registrate in tutto il mondo pesanti interruzioni: la causa è stata attribuita all'azienda australiana di cybersecurity CrowdStrike Holdings e in particolare a un bug nell'aggiornamento di un software per la sicurezza. A pagarne le conseguenze sono milioni di computer, di utenti e di lavoratori. Basta pensare agli Stati Uniti, dove sono stati fatti atterrare tutti i voli nazionali, oppure all'Europa, dove risultavano bloccate carte di credito e sistemi bancari.
Le ripercussioni sull'auto. Anche il settore automobilistico ha risentito del crash, il quale ha bloccato anche l'accesso alle colonnine di ricarica. Non solo: la Renault è stata costretta a chiudere i cancelli dell'impianto di Maubeuge a causa di problemi ai sistemi informatici, mentre lo stabilimento di Douai ha interrotto tutte le attività per i problemi patiti dai fornitori di componentistica. La Tesla, invece, ha fermato alcune delle sue linee di produzione tra Austin (Texas) e Sparks (Nevada) dopo la visualizzazione di messaggi di errore sui terminali video dei macchinari. Lo stesso amministratore delegato Elon Musk, in una risposta a un posto del suo omologo alla Microsoft, Satya Nadella, ha parlato di un problema che "ha messo in crisi la filiera dell'industria automobilistica".
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