La Commissione Europea ha elevato multe per un totale di circa 458 milioni di euro a 15 costruttori e all'associazione di rappresentanza Acea con l'accusa di "aver partecipato a un cartello di lunga durata riguardante il riciclo dei veicoli fuori uso. Tutte le realtà", spiega Bruxelles, "hanno ammesso il loro coinvolgimento nel sodalizio e hanno accettato di risolvere il caso". Solo la Mercedes-Benz non è stata multata, "poiché ha rivelato il cartello alla Commissione nell'ambito del programma di clemenza".
Fine vita nel mirino. Tutto è partito da un'indagine avviata dalla Commissione sul rispetto delle attuali normative, che stabiliscono precise regole per il trattamento, il riciclo e lo smaltimento dei componenti di un "veicolo a fine vita (Elv)", ossia un mezzo non più idoneo all'uso per anzianità, usura o danni irreparabili. Secondo l'inchiesta, per oltre 15 anni 16 Case e l'Acea hanno "stipulato accordi anticoncorrenziali e adottato pratiche concordate in relazione al riciclo dei veicoli fuori uso". In particolare, è stato riscontrato che "le parti hanno collaborato" per non pagare gli autodemolitori: ovvero, hanno concordato di "considerare il riciclo un'attività sufficientemente redditizia e, pertanto, di non remunerare gli autodemolitori per i loro servizi". Inoltre, hanno condiviso informazioni commercialmente sensibili sui loro accordi individuali con gli stessi autodemolitori, "coordinando il loro comportamento". Infine, hanno stabilito congiuntamente di "non promuovere quanto di un Elv può essere riciclato, recuperato e riutilizzato e quanto materiale riciclato viene utilizzato nelle auto nuove", impedendo così ai consumatori di valutare le opportune informazioni sul riciclo. Del resto, secondo le norme "l'ultimo proprietario di un veicolo fuori uso deve essere in grado di smaltirlo gratuitamente presso un demolitore e se, necessario, i produttori di automobili sono tenuti a sostenere i costi"; in più, i consumatori "devono essere informati" sui livelli di riciclo delle auto nuove.
Le Case e le multe. L'indagine europea, coordinata con l'Antitrust britannico (che a sua volta ha comminato multe per un totale di oltre 77 milioni di sterline), ritiene che il cartello sia stato facilitato dall'Acea tramite l'organizzazione di numerosi incontri e contatti tra i costruttori coinvolti. Nel dettaglio, le sanzioni contestano la condotta tenuta tra il 29 maggio 2002 e il 4 settembre 2017 dai seguenti costruttori: BMW, Ford, Honda, Hyundai/Kia, Jaguar Land Rover, Mazda, Mercedes-Benz, Mitsubishi, Opel, Renault/Nissan, Stellantis (ossia Fiat e PSA prima della fusione), Suzuki, Toyota, Volkswagen e Volvo. Nel determinare le ammende, la Commissione ha tenuto conto di vari elementi, tra cui il numero di autovetture interessate dall'infrazione, la natura della violazione, la sua portata geografica e la sua durata, e ha anche considerato "il minore coinvolgimento" di Honda, Mazda, Mitsubishi e Suzuki. Inoltre, è stata concessa una riduzione a Renault, poiché le prove hanno dimostrato una sua esplicita richiesta di esenzione dall'accordo per non pubblicizzare l'uso di materiale riciclato nelle auto nuove. Mercedes-Benz, che ha fatto partire l'indagine con una segnalazione e una richiesta di clemenza, ha ottenuto l'immunità totale per aver rivelato il cartello, mentre Stellantis (inclusa Opel), Mitsubishi e Ford hanno beneficiato di una riduzione della multa per la loro collaborazione con la Commissione. Infine, le sanzioni sono state ridotte del 10% dopo l'ammissione di colpevolezza. Ecco gli importi nel dettaglio: Stellantis pagherà 74,94 milioni di euro, Mitsubishi 4,15 milioni, Ford 41,46 milioni, BMW 25,6 milioni, Honda 5,04 milioni, Hyundai/Kia 11,95 milioni, Jaguar Land Rover 1,64 milioni, Mazda 5 milioni (di cui 1,03 milioni cnngiuntamente con Ford), Renault-Nissan 81,46 milioni, Opel 24,53 milioni (di cui 13,66 milioni con l'ex proprietario GM, che a sua volta pagherà oltre 17 milioni). Suzuki dovrà sborsare 5,47 milioni, Toyota 23,55 milioni, Volkswagen 127,7 milioni e Volvo 8,9 milioni (di cui 3,9 milioni con Ford e 4,42 milioni con Geely). Infine, l'Acea è stata sanzionata per 500 mila euro.
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