Dopo Esso, anche la rete di stazioni di servizio a marchio IP passa di mano: Socar, la compagnia petrolifera di Stato dell'Azerbaigian, ha sottoscritto un accordo per acquistare il 99,82% del gruppo Italiana Petroli dalla API Holding della famiglia Brachetti Peretti.
Stazioni e raffinerie
L'operazione, di cui non sono stati rivelati i termini finanziari, è stata ufficializzata dalla due aziende dopo diversi giorni di rumor, accentuati da una lettera inviata la scorsa settimana ai dipendenti di Api Holding dal presidente Ugo Brachetti Peretti. Socar avrebbe messo sul piatto circa 3 miliardi di euro per vincere la concorrenza della svizzera Gunvor e dell'emiratina Bin Butti nella gara, iniziata alla fine dello scorso anno, per acquistare un gruppo con 1.600 lavoratori diretti, la seconda rete di distribuzione di carburanti in Italia con 4.500 stazioni, due raffinerie (Falconara e Trecate) con una capacità di raffinazione di oltre 10 milione di tonnellate di greggio e un sistema di logistica che copre l'intero territorio italiano grazie anche a un importante deposito a Roma.
Un'operazione importante
L'acquisizione di IP ha una valenza strategica per l'azenda azera, che così rafforza la sua posizione nel Mediterraneo e i legami con l'Italia (è uno dei principali fornitori di gas, nonché un partner di lunga data dell'Eni), ma ha anche dei connotati storici, perché sancisce l'uscita di scena di una delle grandi famiglie italiane di petrolieri (negli ultimi anni hanno detto addio alle loro attività nel mondo della raffinazione o della distribuzione prima i Garrone di Genova e poi i Moratti di Milano). L'operazione dovrebbe essere perfezionata entro il primo trimestre del 2026, subordinatamente all'ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni normative. A tal proposito, l'operazione è di importanza strategica per il settore energetico italiano: Api Holding è pur sempre il primo operatore privato nel campo della distribuzione (negli ultimi anni ha rilevato prima la rete IP e poi quella di TotalErg e ha anche acquisito diverse attività italiane della Exxon Mobil), mentre il leader di mercato è la partecipata pubblica Eni. Tuttavia, il governo non dovrebbe alzare ostacoli insormontabili, tramite l'esercizio del Golden Power, anche per non mettere a rischio le relazioni con l'Azerbaigian.
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