Donald Trump ha disposto nuove sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina, in particolare sul petrolio, e il rischio è che si scatenino effetti a catena in tutto il mondo, alimentando i timori del mercato sulla carenza di greggio e quindi un balzo dei prezzi dei carburanti. La fiammata dei listini c'è già stata, ma non si deve guardare solo alle quotazioni dei barili: i prezzi alla pompa, infatti, dipendono anche da altri fattori. Vediamo quali, dopo aver ricostruito i passaggi che ci hanno portato all'ennesima emergenza.
Le sanzioni e l'effetto a catena
"È ora di mettere fine al conflitto in Ucraina, i colloqui con Putin non servono", ha detto Trump annunciando le sanzioni, adottate per tagliare i proventi del petrolio che la Russia destina al finanziamento della Guerra. L'Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro ha congelato tutti i beni di Rosneft (che esporta il 50% del greggio nazionale) e Lukoil negli Stati Uniti, vietando a società e cittadini Usa qualsiasi tipo di rapporto economico con le due compagnie petrolifere. Inoltre, banche e aziende estere rischiano "sanzioni secondarie". Mentre Putin ha parlato di "atto ostile", alcuni Paesi amici hanno deciso di correre ai ripari: la Cina e l'India hanno momentaneamente sospeso gli acquisti di petrolio russo, nel timore che le sanzioni secondarie comprendano un ridotto accesso al mercato valutario e, in particolare, all'acquisto di dollari.
Il greggio vola
L'escalation ha avuto riflessi sui mercati petroliferi internazionali, con gli investitori preoccupati da una crescente carenza di greggio, quantomeno sui canali di approvvigionamento ufficiali. Ieri, 23 ottobre, il Brent (l'indice di riferimento a Londra) è balzato di oltre il 5%, superando la soglia dei 65 dollari al barile. Inoltre, come segnala Staffetta Quotidiana, le quotazioni dei prodotti raffinati hanno raggiunto "i massimi da quasi un mese, in particolare per quanto riguarda il gasolio". Tuttavia, oggi, 24 ottobre, la situazione sembra più tranquilla: dopo un'apertura intorno a 65,9 dollari, il Brent è sceso sui 65 dollari al barile, per poi salire verso i 66. La fiammata pare rientrata, almeno in parte, ma rimane comunque alta la volatilità, a dimostrazione di una persistente incertezza.
Come si compongono i prezzi
Tuttavia, è bastato il rimbalzo di un giorno per spingere a una revisione al rialzo dei listini dei carburanti. Per ora marginale, ma è il caso di prestare attenzione. Spesso si guarda solo alle quotazioni del petrolio, ma in realtà la composizione del prezzo di benzina o diesel è molto più variegata. Più che al greggio, si deve puntare l'occhio sulle quotazioni dei prodotti raffinati. I listini, infatti, dipendo molto dalla disponibilità o meno di capacità di raffinazione: il petrolio può anche essere su bassi livelli, ma se le raffinerie sono ferme o lavorano a singhiozzo, i rincari alla pompa sono immediati. E poi sul prezzo influiscono anche altri fattori come i costi di distribuzione, che in Italia sono particolarmente gravosi anche per un numero eccessivo di stazioni di servizio. E poi c'è il peso delle imposte, particolarmente elevato in Italia e destinato probabilmente ad aumentare con l'allineamento delle accise su benzina e diesel proposto dal governo nella legge di bilancio.
Subito rialzi per diesel e benzina
In ogni caso, come segnala Staffetta Quotidiana, i riflessi dell'escalation internazionale sono stati immediati, con un giro di rialzi sui prezzi consigliati dei maggiori marchi: Eni e Tamil hanno alzato di un centesimo al litro benzina e gasolio, mentre Q8 ha scelto un aumento di due centesimi. Tuttavia, gli effetti veri e propri saranno visibili domani, 25 ottobre, mentre stamane i listini sono ancora in lieve calo in scia ai ribassi dei giorni scorsi. La media dei prezzi praticati comunicati ieri dai gestori di circa 18 mila impianti all'Osservatorio del ministero delle Imprese vede la benzina self service a 1,686 euro/litro (-2 millesimi sulla precedente rilevazione) e il diesel a 1,614 euro/litro (-2). Al servito, verde a 1,829 euro/litro (-2), gasolio a 1,755 euro/litro (-3), Gpl a 0,690 euro/litro (-1), metano a 1,410 euro/kg (invariato) e Gnl a 1,230 euro/kg (invariato). Lungo le autostrade, benzina a 1,785 euro/litro (2,046 al servito), gasolio a 1,724 euro/litro (1,990), Gpl a 0,831 euro/litro, metano a 1,502 euro/kg e Gnl a 1,297 euro/kg.
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