Nel vasto mondo automotive, che vale alcuni punti di Pil, i ricambisti sono una nicchia. E tuttavia il ruolo di questo settore è decisivo per la mobilità delle persone e per la sicurezza stradale. Lo dimostrano i numeri di Assoricambi, primo consorzio di ricambisti in Italia: 112 aziende associate per un fatturato aggregato da vendita che l’anno passato ha sfiorato i 300 milioni di euro e oltre 1.400 autoriparatori indipendenti affiliati ad Assoservice, il programma officine del consorzio. Certo, si tratta di imprese prevalentemente piccole – solo una dozzina supera i 5 milioni annui di ricavi – ma molte hanno fatto un importante salto di qualità in termini di finanza, controllo di gestione, efficientamento dei processi, gestione delle risorse umane. Un approccio da aziende strutturate che la dirigenza che negli ultimi anni ha guidato il consorzio ha individuato quale strumento per far fare a tutti gli associati il salto di qualità necessario e indispensabile in un mondo, quello dell’auto, in rapidissima evoluzione tecnologica, industriale, distributiva e persino filosofica.
Cosa fanno i migliori. Il frutto più evidente di questo lavoro è “Il manuale per il ricambista di successo”, presentato ieri a Milano, approfondimento e aggiornamento di una pubblicazione analoga realizzata nel 2016. Il titolo, un po’ a effetto, non rende giustizia al contenuto. Non si tratta, infatti, di un elenco di “tecniche” per avere successo sulla falsariga di certa manualistica pop made in Usa in voga negli anni 80 e caratterizzata da acritica e universale impostazione top-down. Qui l’approccio è opposto. Si è partiti da una raccolta dati tra tutti gli associati (ha risposto il 97% delle aziende) attraverso un questionario particolarmente analitico, caratterizzato da 90 domande di carattere generale (fatturato, punti vendita, numero di risorse umane eccetera) e di dettaglio su alcuni specifici ambiti: logistica, acquisti, vendite, amministrazione e contabilità, digitale. L’analisi delle risposte, oltre a fornire una fotografia estremamente nitida del settore – rispetto a cui ciascun associato può immediatamente valutare il proprio posizionamento, come ha evidenziato il presidente di Assoricambi Andrea Camurati – ha fatto emergere alcune indicazioni quali-quantitative che hanno consentito, attraverso una serie di 15 approfondimenti specifici, di individuare le eccellenze.
Best practice in ogni funzione. In pratica, in ogni area funzionale di un’impresa esistono già modelli o esperienze che ciascun associato - leggendo il manuale - può analizzare ed eventualmente fare propri, visto si tratta di pratiche adottate da aziende simili che operano nello stesso settore. Certo, l’importazione tout-court di una pratica di successo all’interno di una particolare realtà non sempre è possibile, non necessariamente è fattibile in ogni funzione aziendale né, tantomeno, si può dare per scontato che sia facile o veloce. Però lo strumento è potente e può essere utile a imprimere il salto di qualità auspicato da Camurati e dal direttore generale Giampiero Pizza, che hanno pubblicamente investito Assoricambi del ruolo di “faro” per le associate. In particolare, il numero due del sodalizio ha sottolineato che l’obiettivo di ciascuno dev’essere l’eccellenza, perché “non è vero che chi semina raccoglie, raccoglie chi si prende cura ogni giorno della propria azienda” avvicinandone i processi “a quelli delle aziende più strutturate e delle multinazionali”. Insomma, il salto di qualità non solo è possibile, ma è a portata di mano.
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