Prosegue anche a novembre il trend positivo della domanda di automobili in Europa. Lo scorso mese, secondo i dati dell'Acea (l'associazione europea dei costruttori di auto), le immatricolazioni nell'area Ue+Efta sono risultate pari a 1.210.860 unità, il 4,5% in più rispetto a un anno fa. Tuttavia, avverte l'associazione, la crescita è determinata più che altro da un effetto statistico: "in larga misura è il risultato di una bassa base di confronto, perché a novembre dell'anno scorso le registrazioni sono diminuite dell'8%". Del resto, gli ultimi quattro mesi del 2018 hanno mostrato forti flessioni a causa delle ripercussioni dell'introduzione delle procedure di omologazione Wltp.
Numeri positivi quasi ovunque. Il segno più prevale nella maggior parte dei mercati europei, con ben poche eccezioni legate principalmente a piccoli Paesi dell'Est Europa come Estonia, Lettonia, Slovacchia e Slovenia. Tra i cosiddetti "major market" l'unico negativo è il Regno Unito con un calo mensile dell'1,3%. La migliore è la Germania con un +9,7%, seguita, nell’ordine, dalla Spagna (+2,3%), dall'Italia (+2,2%) e dalla Francia. Il consuntivo dei primi undici mesi dell'anno, con 14.542.126 registrazioni, mostra un decremento dello 0,3%, con la crescita della sola Germania (+3,9%) annullata dalle performance negative o comunque deboli degli altri quattro mercati: -5,7% per la Spagna, -2,7% per il Regno Unito, -0,6% per l'Italia e -0,2% per la Francia.
In calo FCA. Con 67.739 immatricolazioni, il gruppo Fiat Chrysler Automobiles subisce una flessione dell'1,6%. Risultano positive le performance della Fiat (+3,1%) e dell'Alfa Romeo (+2,3%), mentre sono negative quelle della Jeep (-15,8%), della Lancia (-3,5%) e della Maserati (-42,8%).
Ancora in spolvero Volkswagen. Il miglior tasso di crescita tra i maggiori costruttori è appannaggio ancora una volta del gruppo Volkswagen, l'anno scorso il più penalizzato dall'effetto Wltp per i ritardi nell'implementazione delle nuove procedure. Con 312.116 registrazioni, Wolfsburg mette a segno una crescita mensile del 13,4%. Tra i vari marchi performance positive per la Volkswagen (+9,3%), per l'Audi (+39,4%), per la Seat (+11,4%) e per la Porsche (+282,9%). Male la Skoda con un -0,9% e i brand del lusso Bentley, Lamborghini e Bugatti con un -31,5%.
Contrastati i francesi. I due grandi costruttori francesi segnano, invece, risultati divergenti. Il gruppo PSA immatricola 173.076 veicoli e flette del 7,9%. Unica marca a crescere è la DS con un +31,2%, mentre la Citroën perde lo 0,8%, la Opel il 22,1% e la Peugeot l'1,2%. Quanto al gruppo Renault, le registrazioni sono 122.011, in aumento del 4,1%. Alla crescita del marchio della Losanga (+11,3%) e dell'Alpine (+3,5%), fanno da contraltare le flessioni della Dacia (-7,2%) e della Lada (-20,5%).
Divergono ancora BMW e Daimler. Tornando in Germania, anche i due grandi produttori premium BMW e Daimler registrano performance contrapposte. Il gruppo bavarese chiude il mese con 86.018 immatricolazioni e un lieve calo dello 0,1%, frutto dell'incremento del 3,5% registrato dal marchio dell'Elica e della flessione del 12,8% subita dalla Mini. La Daimler, con 88.733 registrazioni, cresce, invece, del 7% per effetto del +1,6% della Mercedes e del boom della Smart (+57,6%).
Crescono Ford e Volvo, crollano le inglesi. Tra le altre Case occidentali, la Ford, con 73.969 immatricolazioni, sale del 3,4%, mentre la Volvo immatricola 28.695 vetture e segna un miglioramento del 2,5%. Al contrario, il gruppo Jaguar Land Rover, con 17.031 registrazioni, perde il 15,4% per via del -30,5% del marchio del Giaguaro e del -6,5% del brand dei fuoristrada di lusso.
Asiatici sempre in chiaroscuro. I costruttori asiatici mostrano andamenti nettamente divergenti. Il gruppo Hyundai cresce del 6,9% grazie al +8,8% del marchio omonimo e al +4,9% della Kia. Bene anche la Toyota con un +6,7% dovuto alla crescita del 5,6% del marchio delle tre ellissi e del 23,1% della Lexus. Al contrario, la Nissan perde il 3,6%, la Mitsubishi l'8,9% e la Honda il 6,6%. Infine la Mazda segna un balzo del 27,9%.
Il commento dell'Unrae. "Si sta chiudendo un 2019 faticoso per il mercato auto europeo e andiamo incontro con forte preoccupazione ad un 2020 molto difficile per l’entrata in vigore dei restrittivi target sulle emissioni di CO2 e delle relative, pesanti sanzioni", ha commentato il direttore generale dell'Unrae Andrea Cardinali. "In questo scenario, con gli ingenti investimenti richiesti all’industria automotive dalle incalzanti sfide tecnologiche e dai cambiamenti nella società, l'Associazione delle Case automobilistiche estere auspica che il Green Deal annunciato dalla nuova Commissione Europea sia rigorosamente ispirato al principio della neutralità tecnologica, e che diventi occasione per un proficuo dialogo con gli operatori. L’equilibrato sviluppo di una mobilità che sia sostenibile, sicura e‘smart è un obiettivo fortemente condiviso da tutti: per raggiungerlo, servono politiche coordinate di sostegno alla domanda e di potenziamento delle infrastrutture per i combustibili alternativi". "Ci auguriamo – conclude Cardinali – che i massicci stanziamenti prefigurati possano adeguatamente sostenere lo sviluppo del settore in tutto il continente, e in particolare nel nostro Paese, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di abbattimento delle emissioni che sono stati fissati".
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